Valle del Bidente: tre giorni di cammini, ascolto e comunità con IT.A.CÀ 2025

C’è un filo che ha unito persone, luoghi, cammini, parole ed esperienze durante la tappa della Valle del Bidente che si è svolta dal 5 al 7 settembre 2025. Un filo fatto di relazioni, ascolto e scoperta, annodato giorno dopo giorno. Per tre giornate, quattro luoghi dell’Appennino romagnolo — Civitella di Romagna, Cusercoli, Galeata e Santa Sofia — si sono trasformati in tappe vive di un viaggio collettivo, costruito a partire da un tema che non è solo un titolo, ma un impegno: la custodia del futuro. Un invito a rallentare, ad abitare i luoghi con rispetto.

In Valle del Bidente, la tappa è stata coordinata dalla cooperativa CIM Onlus – Centro Studi Cooperazione Internazionale e Migrazione, in collaborazione con le comunità locali, le strutture ricettive, le guide ambientali, le associazioni e gli enti pubblici. Il programma della tappa ha saputo intrecciare natura, storia, memoria e comunità in un racconto fatto a più voci.

Tappa Valle del Bidente 2025

Giorno 1 – Venerdì 5 settembre

Il festival è iniziato a Civitella di Romagna, dove il geologo e guida Luca Castellucci ha condotto un trekking che ha accompagnato le e i presenti lungo i sentieri della zona illustrandone la storia geologica, con una riflessione sul rapporto tra questa e il dissesto idrogeologico che il territorio sta recentemente subendo.

A seguire, un corso di foraging nel quale Katia Sandri dell’Agriturismo Campo Rosso ha guidato le e i partecipanti nella lettura di ciò che la natura custodisce: foglie, fiori, erbe. Ogni elemento del bosco può raccontare qualcosa, se si impara a comprenderlo e riconoscerlo.

La giornata si è conclusa all’Agriturismo Campo Rosso, dove un aperitivo fatto di prodotti a km zero è stato accompagnato dalla musica dal vivo del gruppo Tocosinti, capace di fondere ritmi romagnoli con sonorità Balfolk europee, balcaniche, irlandesi e iberiche.

Giorno 2 – Sabato 6 settembre

Il sabato mattina è partito con un trekking guidato da Stefano Tempesti di Tour de Bosc, che ha condotto le e i partecipanti lungo i sentieri nascosti, i paesaggi e la storia di Santa Sofia. Camminare insieme ha significato non solo esplorare, ma anche ascoltare i racconti di chi vive quei luoghi e li conosce profondamente.
A pranzo, la Pro Loco di Santa Sofia ha insegnato alle e ai partecipanti a preparare il tortello alla lastra con il laboratorio “Mani in pasta”. Il laboratorio si è concluso con un pranzo collettivo.

Nel pomeriggio, a Ridracoli, si è tenuta un’escursione in canoa guidata da Luca Catani di Outdoor Romagna. Durante l’escursione le e i partecipanti hanno avvistato ungulati, scoperto la storia della Diga e l’importanza degli ecosistemi che la circondano. Infine, quando la notte ha avvolto Cornieta, le e i partecipanti si sono lasciati guidare dagli astrofili Loris Ferrini e Piero D’Ambrosio di Astroamici Forlivesi, con la collaborazione delle guide di CIM Onlus, in un astrotrek sotto le stelle.

Giorno 3 – Domenica 7 settembre

L’ultima giornata del festival è iniziata al Castello di Cusercoli. Lì, Giulia Crociani di Shala Yoga Studio e Giulia Manzelli hanno guidato una lezione di yoga e campane tibetane. Dopo la pratica, la Pro Loco Chiusa d’Ercole ha accolto le e i presenti con una ricca colazione, seguita dalla visita guidata al borgo condotta dal presidente dell’associazione. Tra vicoli stretti, piazzette, la chiesa, il castello e i racconti del passato, le e i partecipanti hanno potuto scoprire la storia di un luogo sconosciuto a molti.

Il momento conclusivo del festival è stato condotto dal Collettivo Osservo, che ha guidato una camminata nei dintorni di Galeata. Non è stata una semplice escursione: è stata un’esperienza di ascolto, riflessione, presenza. Camminando tra natura e rovine, le e i partecipanti sono stati accompagnati in una riflessione collettiva sul senso dell’abitare i luoghi, sul concetto di restanza, sulla scelta — tutt’altro che passiva — di restare e investire nel territorio.

Le voci del collettivo hanno posto una riflessione finale, quasi un riassunto delle tre giornate di festival: custodire il futuro significa abitare il presente con consapevolezza, prendendo decisioni consapevoli su come vivere ed esplorare i territori e la natura che li circonda.

Nel corso della tappa, 177 persone hanno preso parte alle varie attività, contribuendo a creare non solo un importante indotto economico per il territorio, ma soprattutto relazioni, connessioni, riflessioni. Ogni incontro ha lasciato tracce, ogni passo ha avuto un significato. IT.A.CÀ non si è limitato a “portare turismo”, ma ha generato scambio, partecipazione, cura. Un turismo che mette al centro le storie, la memoria, la quotidianità. Che rispetta chi quei luoghi li vive ogni giorno e ascolta chi ha qualcosa da trasmettere. Il merito va alle tante realtà coinvolte.

Un lavoro che non si è limitato all’organizzazione logistica, ma ha curato ogni dettaglio umano, culturale e relazionale. Mentre si spengono le luci di questa edizione, già si accende l’entusiasmo per la prossima. La Cooperativa CIM Onlus è già al lavoro per costruire l’edizione 2026, raccogliendo esperienze, feedback, emozioni e idee.

Vi aspettiamo il prossimo anno: buon viaggio!

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