Dal Parco Nazionale del Pollino un progetto di resilienza tutto calabrese

Ci sono luoghi che lottano per non scomparire, ma in questa lotta trovano la loro forza. E se il turismo responsabile potesse essere la chiave per riscoprirli? Oggi, nel blog IT.A.CÀ, andiamo in Calabria in provincia di Cosenza, per esplorare la storia di resilienza del piccolo paese di San Lorenzo Bellizzi, nel cuore del Parco Nazionale del Pollino. Scoprite con noi, grazie al racconto di Giuseppina Aloe, come questo luogo, con i suoi 500 abitanti, stia dimostrando che il futuro del Sud Italia è già qui. Giuseppina ha preso parte alla nuova e visionaria tappa IT.A.CÀ Pollino che si è svolta nel fine settimana del 26 e 27 luglio 2025.

Ciao Giuseppina, in questo piccolo borgo nel cuore del Pollino, la parola chiave è stata ‘resilienza’. Ci racconti come l’hai percepita e vissuta in prima persona?

Non mi ero mai inoltrata nella natura selvaggia e incontaminata del Parco Nazionale del Pollino caratterizzato da montagne boscose, profonde gole rocciose a strapiombo, si tratta di un contesto vegetale mediterraneo che si mescola a specie arboree specifiche della zona. San Lorenzo Bellizzi è un piccolo borgo da meno di 500 abitanti, qui ho respirato profondamente l’aria del maestoso massiccio del Pollino, mi sono sentita fortunata! Durante le due giornate dedicate al festival ho vissuto il paese e le persone che lo abitano, imparato a fare la pasta col ferretto e mangiato il più buon ragù di maiale che una persona possa apprezzare; mi sono fatta cullare dalla vista della Serra del Dolcedorme che con i suoi 2.267 mt di quota è la vetta più alta della mia amata Calabria e del mezzogiorno d’Italia; ho scoperto che la menta puleja è un’erba selvatica che ancora si usa come cura e fa passare la sbornia; assaggiato il pane che producono sapienti mani femminili nei due panifici del paese ed ho anche scoperto che quello è il pane più rinomato di tutta l’ampia provincia di Cosenza (oltre il 40% dell’intera regione) con una pezzatura di ben oltre i 2 kg.

Giueppina partecipa al laboratorio di cucina locale nella Tappa Pollino

Secondo te come possono questi territori resistere ai cambiamenti e continuare a fiorire?

Io credo che il turista lento e silenzioso, che ama e rispetta la natura, quello delle passeggiate, del respiro profondo, della commozione davanti ad un albero secolare … quel turista è grato alle persone di San Lorenzo che creano occasioni di conoscenza della propria terra. La loro volontà di condivisione genera bellezza per tutte le persone. La ricchezza non è data dal denaro, questo l’abbiamo compreso ormai, ma dalle relazioni, dal senso di stare bene e di libertà. Nelle grandi città difficilmente si avverte la sensazione di essere esattamente nel posto giusto come una goccia nel mare, un senso di familiarità e la libertà di essere sé stessi. 

Grazie al Festival IT.A.CÀ ho conosciuto la coordinatrice della tappa Maria Campolongo [Qui potete leggere l’intervista a Maria], nonchè socia dell’associazione Manola Sanlo ODV, che ha deciso di adottare il festival e portarlo nella propria comunità: –”La volontà di proporre la tappa IT.A.CÀ a San Lorenzo Bellizzi, nonostante lo spopolamento, nasce dal desiderio profondo di restituire valore a un territorio spesso dimenticato. È un atto di fiducia verso chi ha scelto di restare, di investire nel futuro, di coltivare legami autentici con la propria terra. Attraverso il festival, vogliamo raccontare storie di resistenza silenziosa, di quotidiana cura e di amore per le radici. È anche un invito a tornare, a riscoprire, a credere che proprio dai piccoli paesi possa partire un nuovo modo di abitare il mondo (..)” – Maria ha un progetto ambizioso che si pone l’obiettivo di far vivere San Lorenzo Bellizzi di turismo lento, esperienziale e positivo, come un respiro profondo ad occhi chiusi.

Maria Campolongo durante la tappa

In soli due giorni di permanenza sono stata accolta dalla comunità come se ne avessi fatto sempre parte. Custodire il futuro: dalle scelte di oggi, il volto del domani che è il tema di quest’anno del festival, vuol dire anche pranzane in 14, 4 generazioni, 2 nazionalità e diverse culture.

Il pranzo conviviale

Prima di lasciare San Lorenzo ho fatto scorta di delizie del forno di Rosa: stringere tra le braccia il pane caldo, i taralli con l’anice, le fresine e i dolcetti di mandorle … anche quella è felicità (ed anche il miglior regalo per la mia famiglia).

Grazie al “Poetico Giardino Botanico” ho conosciuto due nuovi amici di Trento, ho trascorso la serata a sorseggiare liquirizia in compagnia di persone speciali che con la loro leggerezza e visione della vita insegnano l’accettazione e la generosità.

In questa comunità locale tornerò con molta probabilità per questo Natale perchè voglio riempirmi il cuore, i polmoni (… e non solo) della potente bellezza della Calabria. E poi mi aspetta un trekking di 3 giorni … mi sto allenando!

Questa tappa è stata molto più di un semplice viaggio, ho scoperto un luogo prezioso per l’anima. Lontano dalle solite rotte turistiche più rinomate, ho trovato un vero e proprio tesoro difficilmente “instagrammabile”. La vera ricchezza non sono le foto perfette, ma le storie che ti restano dentro. Grazie, IT.A.CÀ, per aver acceso i riflettori su luoghi poco conosciuti della mia terra e per avermi ricordato che il viaggio più bello è quello che connette, in modo autentico e profondo, il mio cuore a luoghi e persone. 

Blog IT.A.CÀ
Giuseppina Aloe
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