Daily Life in Area C: mostra fotografica dalla Palestina by GVC onlus

Oggi all’interno della nostra Rubrica “In viaggio verso ITACÀ” siamo in compagnia di Flavio Tieri, di GVC Onlus che all’interno di questa VI Edizione di IT.A.CÀ inaugureranno mercoledì 3 giugno la mostra fotografica Daily Life in Area C presso Palazzo D’Accursio, Cortile D’Onore a Bologna alle ore 18.00

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Potresti spiegarci di cosa si occupa GVC?

GVC è un’organizzazione non governativa laica e indipendente, nata a Bologna nel 1971. È attiva nella cooperazione internazionale con strategie complesse d’intervento: dall’assistenza umanitaria a popolazioni colpite da conflitti e catastrofi naturali alla ricostruzione, dalla sanità alla sicurezza alimentare, dallo sviluppo rurale all’educazione, dalla tutela alle donne all’infanzia.

Quali sono i vostri ultimi progetti? e in particolare cos’é il progetto Daily Life in Area C?

Al momento abbiamo numerosi progetti in fase di realizzazione in diverse aree del mondo. In particolare ha poco meno di un anno Eco de Femmes, un progetto di emancipazione delle donne che vivono in alcune zone rurali della Tunisia e del Marocco. Un altro progetto di cui andiamo molto fieri è Nutrire il Cambiamento, che si svolge in Burkina Faso ed è legato alla lotta alla malnutrizione e alla ripresa dello sviluppo agricolo nelle zone maggiormente colpite dalla grande siccità del 2012. Lavoriamo, inoltre, in contesti di emergenza, come nelle Filippine, sostenendo la popolazione locale in seguito al tifone Haiyan, e nella valle della Beqaa, al confine tra il Libano e la Siria, supportando la popolazione vittima del conflitto siriano.

Oltre ai progetti di cooperazione, svolgiamo azioni di advocacy. Un esempio è proprio Daily Life in Area C, progetto di comunicazione e sensibilizzazione, finanziato dalla Commissione Europea, che nasce all’interno di una strategia di intervento più ampia che mira a migliorare le condizioni di vita delle comunità residenti nei territori Palestinesi occupati. La campagna è stata realizzata da GVC in collaborazione con il fotoreporter Ahed Izhiman, il quale ha fornito ai partecipanti le conoscenze tecniche e la formazione necessaria per la realizzazione degli scatti. I partecipanti al progetto, donne e bambini, provengono da 6 comunità differenti nelle quali GVC opera, dove vengono vissute quotidianamente le problematiche strettamente attinenti all’occupazione, quali la prossimità agli insediamenti coloni o al muro di separazione, la presenza di zone militari e la carenza di accesso ai beni primari. Il progetto ha quindi lo scopo di accrescere la consapevolezza della popolazione palestinese sull’eredità culturale e le condizioni di vita quotidiane nell’Area C. Inoltre, attraverso questa campagna, si vuole dare visibilità ad un’area della Palestina spesso esclusa dai media internazionali.

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Daily Life in Area C è stato presentato lo scorso maggio, in occasione delle celebrazioni della giornata europea in Palestina, davanti al Primo Ministro dell’Autorità Nazionale Palestinese Salam Fayyad, John Gatt-Rutter, in rappresentanza dell’Unione Europea e altri responsabili di organizzazioni che operano in Palestina. La mostra è stata esposta in diverse città, tra le quali Ramallah e Gerusalemme. In Italia quella di Bologna sarà la terza esposizione, dopo Bari e Milano.

Avete ricevuto il riconoscimento del Mistero degli Affari Esteri per operare nei paesi del Sud del mondo…

Nel 1972 siamo state tra le primissime ONG italiane ad ottenere il riconoscimento di idoneità dal Ministero degli Affari Esteri Italiano. In oltre 40 anni abbiamo lavorato in ogni parte del mondo e attualmente siamo presenti attivamente in circa 25 Paesi del Sud del mondo.

Come vi impegnate ad informare i paesi sviluppati e sensibilizzare l’opinione pubblica?

Una parte del lavoro di GVC riguarda l’Educazione allo Sviluppo.Crediamo che il supporto allo sviluppo del Sud del mondo debba partire dal Nord. Oltre ai progetti di cooperazione internazionale, infatti, promuoviamo azioni di advocacy, campagne di informazione e sensibilizzazione sulle problematiche dello sviluppo, in collegamento col territorio italiano, europeo e dei circa 25 Paesi in cui siamo presenti. Un esempio di questo genere di attività é “il Terra di Tutti Film Festival”, organizzato ogni anno assieme a COSPE per dare visibilità a documentari provenienti dal Sud del mondo e per sensibilizzare su temi generalmente poco trattati dall’opinione pubblica.

In che modo i vostri interventi favoriscono la nascita di politiche sociali più eque?

Ogni progetto in cui siamo impegnati ha un preciso obiettivo: che ogni comunità trovi le risorse interne per la propria crescita economica e sociale e possa così diventare autonoma e indipendente. Per avere politiche sociali più eque occorre creare le condizioni perché l’aiuto si trasformi in un percorso duraturo di miglioramento e di crescita. È per questo motivo che nelle comunità in cui interveniamo promuoviamo la forma cooperativa, la cittadinanza attiva e globale, l’accesso all’istruzione e all’educazione, il miglioramento sociale ed economico. Anche nelle emergenze umanitarie cerchiamo di porre le basi per la ricostruzione e lo sviluppo. Pensiamo inoltre che solo attraverso la promozione di uno stato di diritto le comunità dei paesi poveri o in via di sviluppo possano creare le condizioni per un miglioramento complessivo delle loro condizioni di vita.

Perché avete deciso di partecipare a IT.A.CÀ?

GVC ha già partecipato negli anni passati ad IT.A.CÀ, ma quest’anno ci tenevamo particolarmente in quanto presentiamo un progetto e una mostra che riguarda proprio la possibilità di muoversi e di viaggiare. Inoltre i nostri interventi nei villaggi dell’Area C sono possibili anche grazie ai finanziamenti della Regione-Emilia-Romagna, e IT.A.CÀ rappresenta un momento per raccontare e rendicontare quel che facciamo in Palestina. Buona parte della libertà di movimento nei territori Palestinesi è negata dalle leggi dell’occupazione e le foto in oggetto raccontano proprio questo: dalla bambina che vuole andare a scuola, attraversando ogni giorno un check-point, alla donna che da anni non può fare visita ai propri parenti perché residenti all’interno di un’altra Area, fino alla famiglia che si gode un week-end primaverile. Oltre il muro di separazione, il viaggio rimane sempre un tema particolarmente complesso in Palestina. Con la mostra Daily Life in Area C vorremmo quindi portare avanti un’opera di sensibilizzazione sulla situazione palestinese che sottolinei anche quanto preziosi possono essere i piccoli viaggi che ognuno di noi quotidianamente compie.

Rubrica “In viaggio verso IT.A.CA”
Francesca Panizzolo
Sonia Bregoli

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