In viaggio verso IT.A.CÀ con Il Vagabondo

IT.A.CÀ si muove verso Sud, precisamente raggiunge la città di Matera (Basilicata) dove si trova l’associazione culturale per il turismo responsabile “Il Vagabondo”. L’associazione si compone di un gruppo di persone che da circa dodici anni si occupano di turismo responsabile. Il vagabondo è socio di AITR e si muove per promuovere esperienze di viaggio e pratiche responsabili nel meridione coinvolgendo le comunità locali. Un’esperienza, individuale o di gruppo, che permette di conoscere nuove realtà, che stimola l’incontro con la gente del posto e che consente ai partecipanti di praticare un tipo di turismo diverso: attento all’ambiente, alle persone e alle culture del luogo.

Il Vagabondo promuove un diverso stile di vita, fatto di legami sociali e affettivi prima che economici, basato sul rispetto reciproco e sull’uguaglianza. L’obiettivo dell’associazione è far incontrare, lungo il cammino dei viaggiatori, situazioni e stili di vita tradizionali in cui le relazioni umane tornano alla ribalta.

Dalla Città dei Sassi ecco le risposte alla nostra intervista:

Secondo voi c’è differenza tra turista e viaggiatore? In che consiste?

Secondo noi sì, anche se in sociologia si tende a dire che esistono solo turisti, con diversi atteggiamenti. Per noi la differenza esiste rispetto alla predisposizione al viaggio: noi definiamo turista chi parte con l’intenzione di tornare uguale a quando è partito e viaggiatore chi parte consapevole che sta per fare un’esperienza, a prescindere da quanto sia lungo il viaggio e a prescindere dalla meta. Non è detto che un viaggio turistico non si possa trasformare in occasione esperienziale.

Cosa significa, per voi, viaggiare responsabile?

E’ una filosofia di viaggio alternativa ai dettami dell’industria turistica convenzionale. Ogni esperienza di viaggio può essere responsabile, sia per chi viaggia che per chi organizza il viaggio. Ma a patto che non ci limitiamo a considerare il termine solo per il comportamento etico e ci riferiamo a un approccio diverso, fatto di rispetto reciproco, di scelte precise, di considerazione per le comunità locali.

Qual è secondo voi il ruolo che la creatività (comunicazione, festival, eventi) può apportare per promuovere il turismo responsabile?

Fondamentale, perché permette di far capire in modo diretto che esistono diverse forme di turismo responsabile. Inoltre è un buon modo per far capire la differenza di approccio che c’è fra il turismo convenzionale, dove bisogna solo far vedere gli aspetti belli di un luogo, e il turismo responsabile che non ha paura di far sognare meno e rendere quindi più umano e accettabile il mondo del viaggiare.

Qual è il contributo che il turismo può apportare allo sviluppo di un territorio?

Il turismo convenzionale, per come è strutturato oggi, direi poco, al di là di apporti economici, che non possono essere considerati l’unico parametro con cui valutare la valenza di una qualsiasi attività che ha a che fare con gli esseri umani. Il turismo responsabile, inteso come agente di cambiamento, direi molto, sia nei paesi del Sud del mondo che in Italia o in Europa, poiché non è prevaricatore e parte dal considerare i desideri delle comunità locali. 

Cosa fareste se foste l’assessore al turismo della tua città?

Coinvolgerei i cittadini nelle decisioni che riguardano il settore turistico, non solo gli operatori turistici ma tutti coloro che abitano in una zona, per dare vita a iniziative ed eventi che coinvolgano sia i cittadini che i turisti. Un modo per non far diventare un posto una semplice cartolina buona per tutte le stagioni.

“Non ho una canzone preferita.. ma se ascolto un pezzo degli Aires Tango mi predispongo bene al viaggio..”

La foto è stata scattata a Goteborg nel 2010.

Rubrica – In viaggio verso IT.A.CÀ
Angela Pizzi

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