Viaggio Artigiano – workshop di fotografia

In un’epoca in cui la società e il mondo del lavoro sono al centro di grandi trasformazioni e cambiamenti, anche quel tradizionale mondo delle botteghe e dei piccoli negozi sta subendo questo processo. Nelle città italiane, come nella nostra Bologna, accanto alle vecchie botteghe artigiane si sta affiancando un variopinto mondo di botteghe multietniche. Con il workshop realizzato a Bologna dal 25 maggio al 27 Maggio 2012 si è cercato più da vicino di conoscere e raccontare queste realtà: dal vecchio barbiere bolognese ai nuovi mestieri. Un viaggio nel tempo: nel passato, attraverso gli ultimi depositari dei mestieri “di una volta” destinati inesorabilmente a scomparire, inghiottiti dal tempo e dalla modernità; nel futuro, attraverso i nuovi mestieri, segno della nuova società multietnica e multiculturale.

Il workshop in oggetto è stato realizzato dal fotografo Giulio di Meo in collaborazione con la Provincia di Bologna. Hanno partecipato: Gianluigi Benfenati, Angelo Canzoneri, Matteo Perini, Elena Zini, Sara Colombazzi, Daniele Stefanizzi. Assistente Sabrina Flocco.

“Viaggio Artigiano” 

Le botteghe storiche incontrano i nuovi mestieri

Nell’ambito della IV Edizione di IT.A.CÀ migranti e viaggiatori: Festival del Turismo Responsabile, il fotografo Giulio Di Meo propone in collaborazione con la Provincia Di Bologna, un mini-corso di fotografia di reportage che si terrà a Bologna dal 25 maggio al 27 Maggio 2012

Presentazione
In un’epoca in cui la società e il mondo del lavoro sono al centro di grandi trasformazioni e cambiamenti, anche quel tradizionale mondo delle botteghe e dei piccoli negozi sta subendo questo processo. Nelle città italiane, come nella nostra Bologna, accanto alle vecchie botteghe artigiane si sta affiancando un variopinto mondo di botteghe multietniche. Con questo mini-workshop cercheremo più da vicino di conoscere e raccontare queste realtà: dal vecchio barbiere bolognese al parrucchiere cinese, dalla salumeria emiliana al “kebabbaro” kurdo, dalla cappelleria al negozio che vende abiti tipici africani. Un viaggio nel tempo: nel passato, attraverso gli ultimi depositari dei mestieri “di una volta” destinati inesorabilmente a scomparire, inghiottiti dal tempo e dalla modernità; nel futuro, attraverso i nuovi mestieri, segno della nuova società multietnica e multiculturale.

Programma
Il corso sarà diviso in diversi momenti: una parte teorica, una pratica e una di critica e selezione dei lavori.

Venerdì 25 Maggio 2012
Ore 17:00 -19:00 Presentazione e parte teorica (presso Sala Verde – Palazzo Malvezzi – via Zamboni 13)

Sabato 26 Maggio 2012
Ore 10:00-13:00 Uscita fotografica (si consiglia l’utilizzo della bicicletta per gli spostamenti)
Ore 14:00-18:00 Editing (presso Galleria Kilowatt – Via del Porto 52/a – Bologna)

Sabato 27 Maggio 2012
Ore 10:00-13:00 Uscita fotografica (si consiglia l’utilizzo della bicicletta per gli spostamenti)
Ore 14:00-18:00 Editing (presso Galleria Kilowatt – Via del Porto 52/a – Bologna)

Presentazione finale del multimedia, sintesi del lavoro realizzato durante il corso a IT.A.CA’ migranti e viaggiatori: festival del turismo responsabile Sabato 2 giugno 2012 presso il Centro Interculturale Zonarelli (via Giovanni Antonio Sacco, 14 – Bologna)

Lezione Teorica
Introduzione al reportage, cenni di storia del reportage, sviluppo della fotografia documentaria in Europa e in USA

Il reportage del quotidiano, la fotografia di strada
La costruzione e la presentazione di una storia

Costo del workshop: 130 €
Prodotti finali: realizzazione mostra e dvd multimediale.
Requisiti: Il workshop è rivolto a tutti; non richiede conoscenze fotografiche “tecniche” specifiche o avanzate.
Iscrizioni: inviare e-mail a info@giuliodimeo.it entro il 20 maggio 2012

Fotografia sociale
In un certo senso è strano rafforzare con il termine “sociale” uno strumento che in ogni caso racconta il mondo ai suoi abitanti. Ma credo, che quella fotografia che ci ha assuefatto al dolore e alla miseria, che ha omologato le coscienze insieme alla Tv, non debba avere più il diritto d’esser chiamata fotografia sociale. La spettacolarizzazione che passa attraverso le immagini dovrebbe lasciare il posto al rispetto del dolore degli altri. Perché forse, oggi più che mai ci vuole più coraggio ad abbassarla la macchina fotografica, davanti alla sofferenza. Serve una fotografia più discreta e più reale, capace di raccontare anche quello che a tutti i costi cercano di nasconderci; la quotidianità, la voglia di vivere e la forza di lottare che possiedono coloro che vivono in contesti sociali difficili. Sarebbe bello se la fotografia potesse risvegliare la nostra indignazione e al tempo stesso restituire dignità a coloro che vivono ai margini di questa stessa società. Non è facile, ma ci si può provare. É questa la fotografia che amo, è questa la mia fotografia, che mi piace definire ‘sociale’. E questa è la ‘fotografia’ che cerco di trasmettere nei miei workshop, una fotografia fatta di lotta, rabbia, indignazione ma anche di amore, passione, speranza; una fotografia impregnata da un’intensa umanità. Sono questi i temi che approfondiremo nel workshop, dove faremo un’ampia panoramica sul reportage e sulla fotografia sociale.

Giulio di Meo

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