MICHELA MURGIA

Michela Murgia ospite all’interno di IT.A.CÀ Bologna 2014 alla sua VI Edizione. L’invito, come ogni anno, è vivere l’emozione del viaggio per dialogare con il mondo e conoscere, o almeno rispettare, ciò che non ci è familiare.

Sabato 7 giugno 2014 presso la suggestiva P.zza Re Enzo si è parlato di turismo, di valorizzazione del territorio, di luoghi immaginari e stereotipi, guide turistiche portatrici di immaginari collettivi con una importante riflessione sulla Sardegna di ieri, di oggi e di domani, grazie alle parole di Michela Murgia.

10385491_766962010013841_2622183969671018099_n

«Ci sono buchi in Sardegna che sono case di fate, morti che sono colpa di donne vampiro, fumi sacri che curano i cattivi sogni e acque segrete dove la luna specchiandosi rivela il futuro e i suoi inganni. Ci sono statue di antichi guerrieri alti come nessun sardo è stato mai, truci culti di santi che i papi si sono scordati di canonizzare, porte di pietra che si aprono su mondi ormai scomparsi, e mari di grano lontani dal mare, costellati di menhir contro i quali le promesse spose si strusciano nel segreto della notte, vegliate da madri e nonne. C’è una Sardegna come questa, o davanti ai camini si racconta che ci sia, che poi è la stessa cosa, perché in una terra dove il silenzio è ancora il dialetto piú parlato, le parole sono luoghi piú dei luoghi stessi, e generano mondi.

Questo è un viaggio in compagnia di dieci parole, dieci percorsi alla ricerca di altrettanti luoghi, piú uno. Undici mete, perché i numeri tondi si addicono solo alle cose che possono essere capite definitivamente. Non è cosí la Sardegna, dove ogni spazio apparentemente conquistato nasconde un oltre che non si fa mai cogliere immediatamente, conservando la misteriosa verginità delle cose solo sfiorate».

Viaggio in Sardegna – undici percorsi nell’isola che non si vede di Michela Murgia

10393979_10152244419988542_8982838679953420193_n

*Foto di Noemi Usai

Come possiamo andare oltre lo stereotipo narrativo proposto dalle guide turistiche e decostruire l’immaginario collettivo di un’isola come la Sardegna?

(…) La chiave di volta per indagare il concetto di responsabilità in quel titolo non è “guida”, ma “narrativa”. La narrazione è relazione, perché presuppone sempre che ci sia una storia comune, una sorta di ponte dove chi narra e chi ascolta finiscono per incontrarsi […] Che un sardo scriva la guida della Sardegna non ha valore solo per chi viene in Sardegna, ha valore per chi c’è nato, perché un conto è andare a visitare la cartolina, ma dieci volte peggio è nascerci nella cartolina e vivere dentro lo stereotipo di se stessi e l’idea di “tipico”che gli altri si aspettano che tu interpreti e incarni. È un tentativo di smontare un auto-pregiudizio, perché ci sono generazioni di sardi cresciuti credendosi il riflesso dello sguardo del visitatore, che è il primo, il più sottile e pervasivo dei colonialismi, specialmente quando c’è un’economia fondata sopra (…) Dall’intervista con Michela Murgia

Conversazione a cura di: Emanuela Piga
Riprese: Giacomo Grassi

Rubrica “In viaggio verso IT.A.CA”
Sonia Bregoli
io 3

0 commenti

Lascia un Commento

Vuoi partecipare alla discussione?
Fornisci il tuo contributo!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *


YODA APS
Via della Salita 31, 40138 – Bologna (BO)
info@gruppoyoda.orgwww.gruppoyoda.org
C.F. 91161380372 – P. IVA 03267091209

Privacy Policy

Cookie Policy

Prodotto originale frutto delle menti felici e creative di Happy Minds Agency