In viaggio verso IT.A.CÀ con Roberto Buracchini

Buon inizio settimana a tutti voi, cari amici di IT.A.CÀ.  Oggi per la nostra rubrica settimanale abbiamo intervistato Roberto Buracchini un travel blogger che, dopo una vita trascorsa a lavorare in un’azienda e volontario come animatore sociale presso un centro per anziani, ha deciso di mollare tutto per realizzare il suo più grande sogno: viaggiare!

Dopo le prime avventure in Centro e Sud America ha intrapreso nel 2004 un viaggio/volontariato in Guatemala. Ha trascorso successivamente 7 mesi tra lavoro e vagabondaggio nella terra dei canguri (Australia) e continua tutt’ora a girare il mondo con lo zaino sulla spalla con una voglia immensa di conoscere a fondo il Paese che calpesta durante i suoi vagabondaggi.

A tal proposito afferma: “apprezzo molto la gentilezza e l’ospitalità della gente autoctona. Nei momenti di magra sono molto felice anche di un camping al fiume per un paio di notti, l’importante è partire e sognare, ma soprattutto: ESSERE LIBERI”

Scrive per noi:

1. Secondo te c’è differenza tra turista e viaggiatore? In che consiste?

La differenza tra turista e viaggiatore c’è senza dubbio e si nota spesso viaggiando nei Paesi dove è difficile organizzare un viaggio fai da te. Il turista segue delle rotte già predefinite da qualcuno. Il viaggiatore segue il suo istinto ed è sempre in cerca di qualcosa di nuovo da scoprire. Anche se tutti alla fine siamo turisti la differenza lo fa il modo di confrontarsi con il Paese e con la popolazione del posto.

2. Cosa significa, per te, viaggiare responsabile?

Secondo me viaggiare responsabile significa innanzitutto conoscere a fondo il Paese che ci si appresta a visitare, riuscendo così il più possibile ad entrare a contatto nella cultura locale, senza stravolgere molto le loro abitudini. Quindi non imporre le nostre regole da western e abbandonarsi alla vita locale. Rispettare sempre le regole del Paese e ricordarsi sempre che durante il viaggio noi siamo comunque ospiti.

3) Come può il turismo responsabile contribuire allo sviluppo economico e sociale di un territorio?

Di certo l’unico tipo di turismo che può riuscire in questo sviluppo è quello responsabile e non quello degli alberghi di lusso e resort piazzati ai bordi dei parchi marini o terrestri. Il turismo responsabile deve contribuire, grazie all’utilizzo delle attività locali, tipo alloggi familiari o e attività di persone del luogo.. Il viaggiatore queste cose le sa e senza dubbio evita le catene multinazionali che invece di sviluppare il territorio sfruttano la popolazione autoctona. Quindi entrare in contatto con le cooperative locali, le associazioni e contribuire nella loro crescita, spesso con piccoli acquisti o consulenze.

4) Come dovrebbe essere utilizzata la creatività per promuovere il turismo responsabile in piccole comunità, città o grandi metropoli?

Senza dubbio ci vorrebbero molti più festival e eventi nazionali basati su viaggio di tipo responsabile. Lasciando perder spesso i lati migliori di un Paese e mostrare anche i lati negativi di un luogo. Per molti turisti viaggiare significa sdraiarsi su una bella spiaggia con una birra e non vagabondare per le remote strade di un paese africano o asiatico che sia. Dovremmo pubblicizzare molto di più le rotte meno battute e sponsorizzare le attività locali, aiutando le comunità.

5) Daresti un consiglio ai viaggiatori che ci stanno leggendo su come prepararsi al meglio per affrontare il viaggio?

Non c’è un modo ben preciso per preparasi ad un viaggio. Ogni viaggiatore ha il suo modo, ma sento di dire e di consigliare a tutti di partire con tanta voglia di scoprire e con tanta umiltà. Preparasi a superare qualsiasi inconveniente che si presenti durante il cammino, ma soprattutto conoscere il più possibile la cultura, la storia e le abitudini del Pese che ci si appresta a visitare.

La musica che ascolto durante i miei viaggi e che senza dubbio porto nel cuore, essendo un amante di Latino america e ascoltando spesso musiche del folklore sudamericano, è:

Cuando los angeles lloran dei Manà

La foto che allego è stata scattata lungo la strada verso Sindou nella provincia Cascades del Burkina Faso, durante uno dei miei più estenuanti vagabondaggi in terre lontane.

Rubrica “In viaggio verso IT.A.CÀ”
Angela Pizzi

4 commenti
  1. michele
    michele dice:

    Condivido il pensiero di Roby su cosa significa viaggiare e se posso aggungerei che viaggiare è una gioia completa quando viene condivisa con tutto il mondo…

    Rispondi
  2. cecio
    cecio dice:

    Grandissimo Robyyyyyyyyyyy!!!!

    Ma stai diventando famoso… un pezzo da novanta…

    Bravo, questo sì che è viaggiare! Continua così…

    Rispondi
  3. ivan
    ivan dice:

    Scusa il ritardo,ma grande Roby!
    viaggiare significa muovere alla scoperta dell’altro e il primo sconosciuto da scoprire siete voi. Haribol!

    Rispondi

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