Cari viaggiatori e care viaggiatrici, oggi facciamo tappa in Lombardia, nella città di Milano, per incontrare il giornalista Alex Giuzio, esperto di tematiche ambientali, economiche e normative legate al mare, alle coste e al turismo. Partendo da un’analisi del fenomeno turistico, Giuzio ricostruisce nel suo lavoro l’evoluzione delle pratiche e delle abitudini di viaggio nel corso dei decenni. Un percorso che ci porta a riflettere su come il turismo globale, oggi, stia generando impatti sempre più evidenti: sovraffollamento, degrado ambientale e trasformazioni profonde nei luoghi che visitiamo. Alex è ospite nella nostra nuova Tappa IT.A.CÀ Milano dal 24 al 26 ottobre 2025 [QUI iscrizione agli eventi].
Sei nato a Cervia, una città di mare che vive di turismo. Quanto le tue origini hanno influenzato il tuo sguardo critico verso questo fenomeno?
Sono nato dentro il turismo, in una famiglia che gestiva un piccolo hotel in una località balneare che passa da 30mila abitanti in inverno a 300mila presenze in estate. Ho affrontato le conseguenze negative di quello che oggi chiamiamo “overtourism” prima ancora che il termine fosse coniato: dopo l’esplosione del turismo di massa negli anni ‘60, nelle città costiere romagnole è diventato difficile trovare una casa in affitto a scopo residenziale, perché i proprietari hanno iniziato a preferire le locazioni estive.

Alex Giuzio
Con la nascita di Airbnb è diventato un problema più diffuso. Ma già da prima, un giovane cittadino della riviera romagnola che voleva lasciare la casa dei genitori, se non aveva un’elevata possibilità economica o il privilegio di un’altra abitazione di famiglia, era costretto ad andare altrove. È accaduto a me e a tanti altri amici e coetanei.
Ti occupi di ambiente, economia e turismo scrivendo per testate come Altreconomia e il Manifesto. Come è nato questo interesse giornalistico e come si è evoluto nel tempo?
L’area geografica dove sono nato ha un’enorme quantità di cemento perenne per accogliere abitanti temporanei. Interi quartieri sono sovraffollati d’estate e deserti d’inverno, ma alberghi e condomini sono sempre lì a testimoniare l’eccessiva cementificazione che ha caratterizzato la costa romagnola, provocando problemi ambientali come il consumo di suolo e la subsidenza.
Tutto intorno c’è una forte componente naturale – mare, spiagge, saline, aree umide, pinete – che non vengono percepite per il loro valore ecologico, bensì ignorate o sfruttate come risorsa economica. In 35 anni di vita ho visto il mio territorio cambiare e le conseguenze della crisi climatica peggiorare, dall’erosione costiera alle recenti alluvioni. Una spontanea sensibilità ecologista mi ha spinto a studiare questi fenomeni, l’indole giornalistica mi ha portato a occuparmene. Lo sguardo da dentro ha permesso un approccio più consapevole.

Nel libro “Turismo insostenibile” che presenterai durante la Tappa Milano di questa edizione IT.A.CÀ 2025 analizzi la storia del turismo fino alle sue forme più recenti, legate al concetto di overtourism. Come siamo arrivati, secondo te, a un modello di viaggio che consuma invece di generare valore per i territori?
Per due motivi principali, gli aerei low cost e i social network. I primi hanno permesso a molti la possibilità di vedere luoghi lontani, ma a fronte di un enorme costo ambientale per le emissioni climalteranti e un grande impatto sugli squilibri economici e sociali delle città, dove le attività commerciali e gli immobili residenziali si convertono per soddisfare le esigenze dei turisti a scapito dei residenti. I secondi hanno trasformato il viaggio in un’esperienza da condividere anziché da vivere, gli ambienti da consumare anziché da rispettare.
Alimentando la costruzione di stereotipi ed estetiche artificiali, che nulla hanno a che fare con le culture e le tradizioni locali, per mere ragioni di marketing turistico. Sullo sfondo la politica che si è piegata agli interessi della “crescita economica”, trascurando il benessere sociale e favorendo la deriva turistica anziché contrastarla, anche dopo che le conseguenze negative sono diventate gravi e innegabili.
Milano è una città emblematica oggi attraversata da nuovi flussi, tra grandi eventi, gentrificazione e turismo urbano. Come leggi il caso milanese rispetto ai fenomeni di iperturismo di cui scrivi?
Milano è l’esempio emblematico di un’amministrazione pubblica che favorisce gli interessi degli speculatori edilizi, dei grandi capitali e degli appetiti finanziari. Una città dove è sempre più difficile abitare per gli studenti e i lavoratori meno abbienti, a causa dei prezzi schizzati alle stelle come conseguenza di certe politiche.

Nel libro “L’invenzione di Milano” di Lucia Tozzi è scritto tutto quello che c’era da scrivere sulla svendita della città e l’aumento delle disuguaglianze. E i fatti come il “Salva–Milano” e la cessione dello Stadio San Siro parlano da sé.
Nel volume proponi anche possibili alternative: rinaturalizzazione delle coste, limiti alla mobilità inquinante, ma anche scelte individuali più consapevoli. Qual è, secondo te, la prima azione concreta che istituzioni e cittadini dovrebbero intraprendere per un turismo più giusto?
Tutti noi cittadini possiamo cambiare le nostre abitudini di viaggio, scegliendo di trascorrere le vacanze più vicino a casa e spostandoci in treno e bicicletta. Ma questo non può bastare. Serve una politica dall’alto che penalizzi o proibisca i mezzi inquinanti come aerei e navi da crociera, favorisca la mobilità pubblica e privilegi il diritto all’abitare anziché la turistificazione.

Soprattutto, serve un sistema economico che preveda una maggiore quantità di tempo libero nella nostra vita quotidiana. Non può esserci un turismo più giusto finché non si inizierà a lavorare meno e lavorare tutti: solo così non avremo più l’impulso a evadere lontano nei giorni di ferie e vivremo meglio nei luoghi in cui abitiamo.
Ringraziamo Alex Giuzio per l’intervista e vi invitiamo a partecipare alla nostra Tappa Milano che si terrà dal 24 al 26 ottobre [programma] grazie alla collaborazione con ViaggieMiraggi | Tour Operator di Turismo Responsabile: buon festival!
Blog IT.A.CÀ
Sonia Bregoli
Responsabile Comunicazione Nazionale
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