Nel cuore del Parco Nazionale del Pollino, in provincia di Cosenza, sorge San Lorenzo Bellizzi, un paese di poco più di 500 abitanti che, nonostante lo spopolamento, continua a coltivare legami e futuro. È qui che prende forma una nuova tappa, pensata come un gesto collettivo di cura, memoria e rigenerazione.
Ne abbiamo parlato con Maria Campolongo, tra le promotrici della Tappa IT.A.CÀ Pollino, per scoprire da dove nasce la volontà di portare il festival proprio in questo angolo remoto della Calabria. Un’intervista che ci accompagna tra radici, cammini, comunità e visioni, dove custodire il futuro significa restare, raccontarsi e aprire le porte a chi vorrà condividere il viaggio.

Maria Campolongo
“Un paesino in fase di spopolamento che vuole continuare a vivere”: ci racconti da dove nasce la volontà di proporre una tappa del festival IT.A.CÀ proprio qui, a San Lorenzo Bellizzi?
La volontà di proporre la tappa IT.A.CÀ a San Lorenzo Bellizzi, nonostante lo spopolamento, nasce dal desiderio profondo di restituire valore a un territorio spesso dimenticato. È un atto di fiducia verso chi ha scelto di restare, di investire nel futuro, di coltivare legami autentici con la propria terra. Attraverso il festival, vogliamo raccontare storie di resistenza silenziosa, di quotidiana cura e di amore per le radici. È anche un invito a tornare, a riscoprire, a credere che proprio dai piccoli paesi possa partire un nuovo modo di abitare il mondo.

Associazione Manola Sanlo ODV, coordinatrice della Tappa IT.A.CA’ Pollino
In che modo avete deciso di declinare il tema 2025 “Custodire il Futuro – dalle scelte di oggi, il volto del domani”? E quali significati assume in un contesto come il vostro, tra resistenza allo spopolamento e valorizzazione del patrimonio locale?
Abbiamo deciso di declinare il Tema IT.A.CÀ 2025 come un impegno concreto verso la tutela della memoria, del paesaggio e delle relazioni umane che danno senso alla vita nei piccoli borghi. In un contesto come San Lorenzo Bellizzi, dove lo spopolamento minaccia la continuità della comunità, custodire il futuro significa innanzitutto restare, resistere e rigenerare. Vuol dire dare voce a chi ha scelto di non andare via, valorizzare il patrimonio naturale e culturale come bene comune, e trasmettere saperi antichi alle nuove generazioni.
Custodire non è conservare in modo statico, ma prendersi cura in modo dinamico, innovativo e collettivo: ogni escursione, laboratorio o momento di condivisione è pensato come gesto di cura verso un futuro che vogliamo abitabile, giusto e radicato.

San Lorenzo Bellizzi
La tappa si apre con una camminata nel centro abitato, accompagnata da degustazioni e laboratori nelle aziende locali. Perché avete scelto di partire proprio da qui?
Abbiamo scelto di partire con una camminata nel centro abitato perché crediamo che il cuore del futuro da custodire siano le persone e i luoghi vissuti ogni giorno. Camminare tra le vie di San Lorenzo Bellizzi, incontrare gli abitanti, degustare i prodotti locali e partecipare ai laboratori nelle aziende del territorio significa entrare in contatto diretto con l’identità viva del paese. È un modo per riscoprire il valore della comunità, dare visibilità a chi produce con cura e raccontare storie di resistenza quotidiana. Partire dal centro significa riconoscere che il cambiamento comincia da ciòche ci è più vicino, dai gesti semplici, dal senso di appartenenza.
Il secondo giorno si svolgerà a Sant’Anna, luogo di culto ma anche sentiero naturalistico immerso nel Pollino: cosa rappresenta questo luogo per la vostra comunità?
Sant’Anna è un luogo simbolico e profondamente identitario per la nostra comunità. È allo stesso tempo uno spazio di spiritualità, dove ogni anno si rinnova una devozione collettiva, e un crocevia naturale che collega il paese al cuore selvaggio del Pollino. Qui si intrecciano fede, memoria e paesaggio: è il punto in cui il sacro incontra il cammino, dove la tradizione popolare si fonde con la bellezza incontaminata della natura. Per noi rappresenta un rifugio dell’anima e un luogo di incontro intergenerazionale, in cui custodire valori antichi e riscoprire il senso di appartenenza. Celebrare qui la seconda giornata del festival significa onorare le radici e al tempo stesso aprirsi al futuro, passo dopo passo, nel rispetto profondo del territorio.

Parco Nazionale del Pollino
Che ruolo hanno le realtà locali (aziende, abitanti, produttori, associazioni) nell’organizzazione della tappa? È anche un modo per rafforzare la rete e l’identità del territorio?
Le realtà locali sono il cuore pulsante dell’organizzazione della tappa IT.A.CÀ a San Lorenzo Bellizzi. Aziende agricole, artigiani, abitanti, produttori e associazioni collaborano attivamente nella progettazione e nella realizzazione delle attività, mettendo a disposizione saperi, spazi e relazioni. Il loro coinvolgimento non è solo logistico, ma profondamente identitario: ogni gesto, prodotto o racconto contribuisce a costruire un’esperienza autentica e partecipata.
Organizzare insieme il festival è un’occasione concreta per rafforzare la rete locale, generare fiducia reciproca e riscoprire il valore della cooperazione. È anche un modo per riaffermare un senso di appartenenza condiviso, dove ognuno si sente parte attiva di un progetto collettivo di cura e valorizzazione del territorio.
Se doveste invitare una persona a partecipare a questa tappa, con una sola frase, cosa le direste per convincerla a venire a San Lorenzo Bellizzi?
Vieni a San Lorenzo Bellizzi per scoprire come, in un piccolo borgo tra i monti del Pollino, si custodisce il futuro attraverso la forza delle radici, l’accoglienza della comunità e la bellezza autentica del territorio.
Vieni a San Lorenzo Bellizzi e lasciati guidare dal silenzio dei sentieri, dal calore della comunità e dal coraggio di chi custodisce il futuro restando.
Ringraziamo Maria Campolongo per averci presentato questa nuova tappa del Festival. Vi aspettiamo sul Pollino per scoprire con i vostri occhi le meraviglie di questo territorio!
Blog IT.A.CÀ
Sara Stellacci
Comunicazione IT.A.CÀ Festival
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