In viaggio verso IT.A.CÀ con Tulime Onlus

Oggi IT.A.CÀ vi porta a conoscere Andrea Cardoni, vicepresidente di Tulime Onlus, che oltre a progetti di cooperazione di comunità, organizza viaggi consapevoli in Tanzania e Uganda. Tulime, è un’associazione italiana di persone che cooperano in paesi tradizionalmente considerati “in via di sviluppo”. Tulime nasce per coltivare su “terre difficili e povere” nel sud  e nel nord del mondo, lavorando per il miglioramento della vita quotidiana delle persone e delle comunità.

“Le storie che mi piacciono sono quelle fatte a granelli, che lasciano le righe e che vengono un po’ da per tutto, ma non da qualche posto in particolare”. (cit – Andrea Cardoni)

1. Secondo te c’è differenza tra turista e viaggiatore? In cosa consiste?

Prima di accompagnare gruppi di turisti consapevoli in Africa non pensavo ci fossero differenze e a chi le faceva ne criticavo la spocchia del ragionamento. Poi ho cambiato idea. Il turista rafforza le sue radici nell’incontro con l’alterità, emette, riempie spazi, valigie, colonizza tutto il tempo del suo viaggio. Il viaggiatore si lascia riempire, impara lingue, scambia radici, contempla il tempo dell’attesa, della preparazione, della riflessione. Il turista compie un viaggio in tempi limitati e percorre una strada. Il viaggiatore è sempre in viaggio e si intreccia con la strada. È anche vero che con la tecnologia (mezzi di trasporto/comunicazione), spazio e tempo si sono accorciati, oggi e sempre più nel futuro, rischiamo di essere sempre più turisti che viaggiatori.

2. Cosa significa, per te, viaggiare responsabile?

Nel mondo ideale, l’aggettivo “responsabile” potrebbe essere omesso perché già compreso nel concetto di viaggio. Postulato di un viaggio responsabile è la consapevolezza: non parlo di percorsi iniziatici o un particolare approfondimento spirituale del viaggio, ma di un più semplice rendersi conto di cosa ci sta intorno, come possiamo muoverci, cosa possiamo e cosa non possiamo fare. In questo senso, un viaggio aiuta chi lo fa a saper stare meglio al mondo. E la responsabilità deriva dall’esserne consapevoli.

3. Qual è secondo te il ruolo che la creatività (comunicazione, festival, eventi) può apportare per promuovere il turismo responsabile?

Domanda alla domanda: turismo responsabile o viaggiare responsabile? La seconda domanda si parla di viaggiare responsabile, nella terza di turismo responsabile… scusa la sciocchezza, ma se alla prima ho risposto che sono differenti, nella terza devo rispondere di conseguenza, no? Ogni viaggio presuppone l’immaginazione prima ancora che la presenza. Tutti gli atti creativi presuppongono un viaggio, uno spostamento e un incontro. Ben vengano gli eventi, la comunicazione, gli atti creativi per far viaggiare persone. Ben vengano gli eventi che con la creatività si distinguono dai convegni di cinque ore in auditorium vuoti che nel titolo hanno un “dall’…al..” o si intitolano (ad esempio) “Il viaggio, tra modernità e immaginazione” con una locandina brutta, relatori impreparati e fuori tema, che non hanno mai viaggiato in treno o su un mezzo pubblico. Ben vengano gli eventi fatti bene, con qualità, che prima, dopo e durante, stimolano la creatività di chi partecipa.

4. Qual è il contributo che il turismo può apportare allo sviluppo di un territorio?

Più che al territorio, penso alle comunità che lo fanno vivere, che sanno valorizzare lo scambio e il confronto rendendolo virtuoso per entrambi: un po’ di piedi diversi che lasciano impronte in una comunità, non possono che migliorarla dal punto di vista umano, economico, sociale. Molto però dipende anche dalla qualità del turismo che entra in contatto con la comunità che attira, ospita, accoglie e magari riesce a far tornare un certo tipo di turismo.

5. Cosa faresti se fossi l’assessore al turismo della tua città?

Sono romano e da poco mi ritrovo a Roma. Se fossi l’attuale assessore al turismo di Roma mi dimetterei. E poi mi augurerei una congiura di un gruppo di associazioni, comitati, collettivi che parlano di cultura, storia, ambiente, assistenza sociale, beni artistici. Nessuno meglio delle persone che vivono la città in maniera attiva e che la conoscono nei particolari minimi può valorizzarla nell’accoglienza, nel miglioramento dei servizi e nell’empatia con i turisti. Esistono perché amano la loro città: un assessore al turismo dovrebbe essere un direttore d’orchestra capace di creare l’armonia di tutti questi flussi di energie positive.

La canzone che accompagna Andrea durante i suoi viaggi è South Africa – Music Legends – Ladysmith Black Mambazo

 

Ho scattato questa foto nell’agosto 2012, di fronte alla nostra casa, quella dei cooperanti di Tulime nel villaggio di Pomerini, a Iringa, in Tanzania. L’ho scelta perché ho pensato al logo di Itacà e a quello di Tulime: sono i piedi delle donne che intrecciano fibre vegetali e creano cestini.

Rubrica – In viaggio verso IT.A.CÀ
Angela Pizzi

1 commento
  1. giusy
    giusy dice:

    il punto di vista di questo ragazzo mi affascina. la sua esuberanza mi travolge. il suo entusiamo mi contamina.

    lo voto come assessore al turismo di Roma

    Rispondi

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