Salus Space: un progetto di rigenerazione urbana a Bologna

Care amiche viaggiatrici e cari amici viaggiatori, oggi siamo in compagnia di Berardino Cocchianella, direttore di SALUS SPACE, ambizioso progetto bolognese di rigenerazione urbana di cui parleremo giovedì 31 maggio durante la 10ᵃ edizione del Festival IT.A.CÀ in occasione dell’evento “Oltre l’integrazione. pratiche innovative di ospitalità e welfare interculturale”.

Una vostra breve  presentazione: cos’è il Progetto Salus Space?  

Il progetto Salus Space nasce da una coprogettazione pubblico-privata per la stesura di una proposta progettuale, all’interno del primo bando UIA (Urban Innovative Actions). Esso prevede la trasformazione di una ex clinica privata che da molti anni versa in uno stato di abbandono e di degrado in un centro di ospitalità, lavoro, welfare interculturale e di benessere in senso lato, rivolto alla comunità cittadina, in grado di ospitare e coinvolgere attivamente nella gestione di servizi le persone inserite nell’ambito di programmi di accoglienza per richiedenti protezione internazionale. La vecchia struttura sarà demolita per lasciare posto ad un luogo piacevole e immerso nel verde, con residenze temporanee, orti, laboratori artigianali e artistici, un teatro, un B&B e un ristorante multietnico, spazi di co-working e aree destinate ad attività ludiche e imprenditoriali. All’interno del complesso troverà spazio un Think Tank sul Welfare interculturale, con una sala convegni e aule di formazione. Tutti questi servizi saranno aperti alla città.

Le tre parole chiave alla base di Salus Space sono Wellbeing,  Welfare e Welcome,  potreste spiegarci più nel dettaglio cosa significano nel concreto?  

“Wellbeing” corrisponde alla prima fase della progettazione partecipata, che ha visto il Comune di Bologna e i suoi 16 partner di progetto lavorare congiuntamente per definire il “concept” di Salus Space, per immaginare cioè tutti gli spazi e le funzioni attorno a cui si forma la idea di benessere di comunità. “Welfare” è la seconda fase di costruzione delle competenze in tutti gli ambiti lavorativi previsti dal progetto, attraverso percorsi di formazione in situazione rivolti a richiedenti asilo e rifugiati.

“Welcome” è la ultima fase, quella in cui i servizi saranno aperti alla città e si formerà la Comunità degli abitanti attraverso la redazione di una carta dei valori condivisa con il territorio. Quest’ultima fase vedrà il coordinamento di ASP Città di Bologna,  che avrà un ruolo centrale nella futura fase di gestione.

Salus Space è sicuramente un progetto molto ambizioso, qual è lo stato di avanzamento dei lavori ad oggi?  

Il progetto sta entrando in una fase più operativa. Il cantiere di demolizione si concluderà entro l’estate ed inizieranno a breve i lavori per la ristrutturazione dell’edificio accessorio e la costruzione dei nuovi fabbricati. Parallelamente procederà il cantiere sociale, con le attività di formazione, la costruzione del modello di gestione, il piano di sostenibilità economica e l’avviamento delle startup imprenditoriali. Stanno intanto proseguendo le attività della redazione partecipata e della valutazione partecipata, in cui i cittadini del Quartiere Savena sono attivamente coinvolti.

Come sarà organizzata Salus Space? Quale sarà il valore del progetto per il quartiere Savena?  

Salus Space sarà gestito, con ogni probabilità, da un’associazione di imprese selezionata tramite avviso pubblico.  Il gestore lavorerà sotto la supervisione di un comitato direttivo, composto da Comune e ASP Città di Bologna, e in stretto rapporto con la Comunità degli abitanti. Il Quartiere Savena sarà il soggetto istituzionale che favorirà accordi con la comunità, promuovendo  iniziative di cittadinanza attiva e cura del territorio.  Per il Quartiere Salus Space sarà un laboratorio permanente di sperimentazione di un nuovo welfare di comunità.

Qual è il ruolo e la partecipazione dei cittadini nell’implementazione del progetto?  

I cittadini partecipano attraverso la partecipazione attiva nei gruppi di redazione partecipata e valutazione partecipata, seguendo passo passo la implementazione delle attività e partecipando a momenti di incontro e discussione sui contenuti del progetto. Nella fase successiva è prevista la costituzione di un comitato di cittadini che avrà un ruolo consultivo e che contribuirà a definire le regole ed il quadro valoriale condiviso, attraverso la stesura di una “carta dei valori” insieme ai futuri abitanti e lavoratori.

Quale connessione si può individuare tra il Festival IT.A.CÀ e SALUS SPACE e come quest’ultimo si inserisce nel contesto del Turismo Responsabile a Bologna?  

Salus Space diventerà una nuova centralità urbana, un polo attrattore attorno al quale saranno costruite iniziative di turismo responsabile e di responsabilità sociale di impresa. La connessione con il Festival It.a.cà è molto evidente, considerando il fatto che Salus Space intende raggiungere una piena autonomia economica e gestionale valorizzando le competenze dei migranti e rifugiati e fornendo servizi culturali nei diversi ambiti del progetto, dal teatro ai laboratori artistici, dalla cucina multietnica alle attività di orticoltura, offrendo al contempo uno spazio di riflessione e di dialogo sui temi del welfare interculturale.

Per saperne di più sul Progetto: www.saluspace.eu

Ringraziamo il direttore Berardino Cocchianella per aver averci presentato questo interessante progetto, che potrete conoscere meglio durante il Festival.

Buon viaggio come sempre 🙂

Blog IT.A.CÀ
Desirè Gaudioso

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