Quando si parla di radici il nostro pensiero va automaticamente a un passato remoto, a una storia quasi impalpabile, oppure a un passato più conosciuto e più convenzionalmente turistico. Noi preferiamo raccontare il Bolognese nel suo caotico e armonioso movimento di popoli, persone, idee, credenze, musiche, ingredienti e ricette e anche di piante! 

Mettendoci in cammino o percorrendo il territorio in bici, scopriremo insieme la facciata di un palazzo che camminando sotto il portico non avevamo notato, conosceremo personalmente o virtualmente le persone che ci hanno abitato e che ci abitano, i quartieri popolari nati perché nuove e vecchie comunità potessero mettere radici, il mondo cooperativo, le associazioni e tutte quelle realtà che si prendono cura di piccoli frammenti del territorio, radicando arte, idee, facendo politica e soprattutto socialità.

Cammineremo tra parchi e boschi spontanei dell’Appennino bolognese, oppure tra gli alberi trapiantati in un tempo lontano, che giunti qui dal mar Nero o dal Caucaso o dall’Anatolia (?) hanno dato vita a boschi di castagni, nutrimento, ossigeno, bellezza e protezione per piante, animali, comunità, rifugio per partigiane e partigiani in cammino fino alla Pianura, dove sul lavoro in risaia si innestava la lotta, germogliata in canto di giustizia e libertà, e dove sulle radici di una risaglia è nata un’oasi!

E di nuovo torniamo in città per scoprire le radici industriali, tecniche e operaie; conoscere, tra le rovine di vecchie fabbriche e officine, le storie delle persone che hanno messo radici qui, spopolando la montagna o sradicati da altre parti di Italia e poi da altre parti del mondo; persone che hanno vissuto e vivono la loro quotidianità tra le strade cittadine, sotto i suoi portici che danno rifugio a comunità e viaggiatori sempre nuovi, ma dove, se non c’è più posto per gli abitanti, senza immergersi nella vita reale delle comunità, tanto vale stare a casa e guardare una cartolina.

Sono queste le radici che vogliamo conoscere stando insieme.

Saranno itinerari, racconti, laboratori di biodiversità per arginare la monocultura turistica che consuma il territorio e appiattisce la sua Storia e le sue storie.