UN’ISOLA NELL’ISOLA

Nella costa orientale della Sardegna, fiancheggiata dal mare e da splendide spiagge, protetta dai Tacchi , che si ergono possenti alle sue spalle, e dal massiccio del Gennargentu, si trova l’Ogliastra.

Qualcuno usa descrivere così questo piccolo territorio della Sardegna orientale, racchiuso fra il mare e suggestive montagne come i Tacchi e il Gennargentu. Uno scrigno che conserva i profumi di una natura arcaica, come finocchietto selvatico, rosmarino, timo ed elicriso, capaci di far sorridere le narici e il palato: spegni la radio, apri il finestrino e respira profondamente.

Non stupirti se nel raggiungere l’Ogliastra ogni tanto sarai costretto a fermarti per far passare un gregge di pecore o una mandria di mucche: abitano qui da molto prima di noi e non hanno fretta. 

Ti accompagnerà il suono dei loro campanacci, indisturbato dai rumori della modernità, sullo sfondo di un paesaggio in gran parte ancora vergine. Qui è raro sentire un aereo o vedere fumi di scarico industriale. 

Alza gli occhi al cielo e vedrai stormi di uccelli che con la loro danza annulleranno ogni pensiero negativo. Finché cadrà il silenzio a tarda sera, mentre un cielo pieno di stelle ti lascerà senza fiato.

Qui le persone hanno mantenuto il contatto con la tradizione e la natura, tenendo fresche nelle loro memorie pratiche tramandate da secoli. Le famiglie si riuniscono ancora per fare il pane, i culurgionis e i malloreddus, i dolci tradizionali e “su pani pintau”, il pane della festa: sarà appassionante scoprire con loro queste usanze, vivendo autentici momenti di convivialità.

Qui si conservano le memorie di un remoto passato, rivelato da un ricchissimo patrimonio archeologico che svela una società, quella Nuragica, che rappresenta uno degli esempi più luminosi del megalitismo europeo.

In un posto come questo non è strano campare fino a cent’anni e più. L’Ogliastra, non a caso, è una delle più importanti “Blue Zone” del pianeta, terra di centenari il cui DNA, che poco si discosta da quello dei lontani antenati nuragici, è oggetto di studio in molte parti del mondo.

Come vorrebbe abitare il futuro, questa comunità? Come può conciliare le giuste esigenze di modernità e benessere con l’attaccamento al proprio passato e la cura del proprio territorio?

La risposta può essere quella delle nostre nonne: “Lassa su mundu coment’esti”, cioé “Lascia il mondo così com’è”. Ma noi vogliamo andare oltre e dire: “Lassa su mundu mellus de comenti d’as agatau” ovvero “Lascia il mondo meglio di come l’hai trovato”.