Per la tappa di IT.A.CÀ Mantova, Sabbioneta e le Terre dei Gonzaga, iniziata il 26 settembre e che terminerà questo weekend il 5 ottobre, abbiamo chiacchierato con Agnese Costa, storica dell’arte, esperta di mediazione ed educazione museale, che collabora con la Cooperativa Charta. Con lei abbiamo parlato di tre, dei tanti eventi, che arricchiscono il programma di quest’anno: Fema Filos, voci di strada e di cortile (Mantova), Spazi Vacanti (Sabbioneta) e Con i miei occhi. Sabbioneta/Giambellino: un film collettivo (Mantova).
Progetti che mettono al centro il racconto dei luoghi attraverso le persone e gli sguardi delle nuove generazioni, connettendo memoria, comunità e futuro.

Agnese Costa
Agnese, ci racconti brevemente chi sei e qual è il tuo ruolo all’interno della Cooperativa Charta?
Ciao, sono Agnese Costa, una storica dell’arte specializzata in mediazione dell’arte ed educazione museale. Lavoro con Charta da moltissimi anni, soprattutto nel settore dei musei e della promozione alla lettura. Progetto, organizzo e realizzo interventi educativi di diverso tipo: dai laboratori alle letture animate, dalle attività didattiche a collaborazioni con enti del terzo settore. Ho avuto la possibilità di lavorare in musei, biblioteche e scuole, sviluppando progetti che intrecciano cultura ed educazione.
Come sei entrata in contatto con IT.A.CÀ e cosa ti ha motivato a collaborare alla tappa mantovana del festival?
Ho conosciuto IT.A.CÀ grazie all’Ufficio UNESCO di Mantova e Sabbioneta, con cui come cooperativa collaboriamo da molti anni. Lavoriamo sia nelle scuole, sia su progetti legati al turismo, come le passeggiate patrimoniali, che negli ultimi anni organizziamo proprio insieme all’Ufficio UNESCO. Sono percorsi che non hanno la forma di visite guidate tradizionali, ma fanno scoprire i luoghi attraverso le voci e gli occhi degli abitanti, persone che quei luoghi li vivono e li raccontano con le loro memorie ed esperienze.

Passeggiata Patrimoniale organizzata insieme all’Ufficio UNESCO
Quest’anno sei stata coinvolta nell’organizzazione di tre iniziative: Fema Filos, voci di strada e di cortile (Mantova), Spazi Vacanti (Sabbioneta) e Con i miei occhi. Sabbioneta/Giambellino: un film collettivo (Mantova). Vuoi raccontarci come si inseriscono nel festival?
I tre eventi sono pienamente parte della tappa mantovana di IT.A.CÀ. Fema Filos è una passeggiata patrimoniale lungo Corso Umberto I a Mantova, che sarà guidata non da esperti ma da abitanti e testimoni. Il titolo stesso, in dialetto mantovano, significa “mettersi a chiacchierare” e richiama l’usanza serale di ritrovarsi davanti a casa per raccontare storie e condividere memorie.
Gli altri due progetti nascono invece a Sabbioneta nell’ambito di Open City, iniziativa finanziata dal PNRR e realizzata con la collaborazione della Cooperativa Codici di Milano. Con i miei occhi. Sabbioneta/Giambellino è un documentario partecipato frutto della Scuola di Immaginazione, un workshop intensivo con ragazzi di Sabbioneta e del quartiere Giambellino di Milano. Insieme, guidati dal regista Alessandro Penta, hanno raccontato le loro città mettendo in dialogo due realtà molto diverse ma attraversate dalle stesse domande.
Spazi Vacanti, invece, coinvolge studenti delle scuole superiori nel mappare e ripensare luoghi di Sabbioneta apparentemente trascurati, immaginando nuovi usi e funzioni a partire dai bisogni delle giovani generazioni.

Con i miei occhi. Sabbioneta/Giambellino: un film collettivo (Mantova)Con i miei occhi. Sabbioneta/Giambellino: un film collettivo
In che modo questi tre progetti aiutano a guardare Mantova e Sabbioneta con occhi nuovi, sia per chi ci vive che per chi le visita da fuori?
Sono progetti che offrono sguardi alternativi e freschi. Nel caso di Sabbioneta, sia il documentario sia Spazi Vacanti invitano a ripensare la città attraverso gli occhi dei ragazzi, che colgono aspetti spesso invisibili agli adulti. La loro voce è stata legittimata e resa protagonista, e questo ci restituisce prospettive inedite e potenti.
Anche la passeggiata patrimoniale su Corso Umberto I a Mantova porta con sé un’idea di scoperta nuova: non tanto la strada in sé, che è nota e centrale, ma i ricordi e le relazioni che la attraversano. Ogni passeggiata è diversa perché nasce dal dialogo tra i testimoni e i partecipanti, e custodisce memorie che altrimenti rischierebbero di andare perdute.
Il tema del festival quest’anno è “Custodire il Futuro.Dalle scelte di oggi il volto di domani”. In che modo pensi che queste iniziative lo interpretino e lo restituiscano alla comunità?
Per me custodire il futuro significa innanzitutto dare voce ai ragazzi e alle ragazze, perché saranno loro il futuro dei nostri territori. Il loro coinvolgimento diretto, la possibilità di raccontare i luoghi in cui vivono e di immaginarne il futuro, è un atto concreto di custodia.
Ma custodire il futuro è anche non perdere ciò che è stato: le memorie, le relazioni, i racconti che legano le persone ai luoghi. Le passeggiate patrimoniali hanno proprio questo senso: trasmettere storie e legami che, se non tramandati, rischierebbero di scomparire. Credo che custodire significhi proprio questo: alimentare relazioni, emozioni e conoscenze che rendono vivi i luoghi che abitiamo.

Passeggiata Patrimoniale a Mantova
Attraverso i progetti che uniscono educazione, memoria, creatività e partecipazione, Agnese Costa e la Cooperativa Charta ci mostrano come sia possibile custodire il futuro di Mantova e Sabbioneta facendo dialogare generazioni, città e comunità diverse. Un invito a guardare con occhi nuovi spazi familiari, a riconoscere il valore delle memorie e a immaginare insieme nuovi orizzonti.
Ringraziamo Agnese per la disponibilità e il suo impegno all’interno del Festival e vi invitiamo questo weekend a partecipare agli ultimi eventi della Tappa Mantova, Sabbioneta e le Terre dei Gonzaga.
Blog IT.A.CÀ
Sara Stellacci
Comunicazione IT.A.CÀ Festival
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