

Dal 25 al 26 settembre 2020
Stiamo lavorando al programma, a breve la pubblicazione
La biodiversità per noi è prima di tutto “differenza che si fa valore”. Ma come si crea questo valore? Con esperienze di relazione, con “servizi ecosistemici” e di connessioni significative con “l’altro”, nello spazio da condividere. Alla nostra tappa fa da sfondo un hinterland pedemontano di “pezzi di città”, di urbanizzazione diffusa su un territorio spesso socialmente disorientato e frammentato. Ma sussistono incredibilmente pratiche di resilienza, generate da innesti fin qui isolati e fragili, che possono riacquistare sempre più forza ed identità, proprio riconnettendo relazioni, percorsi alternativi e trame narrative su un territorio comune, tra la Brenta e la Piave. Sfidando dispersioni e sprawl urbani, tra lo splendore botanico di un ultimo parco urbano e di un’oasi rurale, tra distese di fabbricati, capannoni industriali abbandonati e ville antiche trasformate e rigenerate a luoghi di nuovi servizi e progetti per la collettività.
Biodiversità allora comprende anche il rapporto tra l’uomo ed il mondo che lo ospita: le differenze tra le diverse culture, tradizioni ed espressioni artistiche e vitali, in tempi e spazi differenti, ma anche quelle tra gli individui della stessa comunità, nello stesso tempo e nello stesso spazio.

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