#End Climate Change – StartClimate of Change | La sezione fotografia IT.A.CÀ Bologna 2021

Da anni l’associazione TerzoTropico cura la sezione fotografica della tappa bolognese del festival IT.A.CÀ con l’esposizione di autori internazionali e locali che declinano tematiche di carattere sociale, antropologico e ambientale.

Quest’anno per la prima volta la sezione fotografica sarà sviluppata interamente nella Pianura bolognese, compagine territoriale di grandissima importanza al livello economico, ambientale e dal punto di vista dell’inclusione sociale dei nuovi cittadini. I temi delle mostre fotografiche di quest’anno infatti verteranno principalmente sull’azione antropica legata al Climate Change causato dallo stesso modello di sviluppo predatorio che è alla base dell’impoverimento della maggior parte della popolazione mondiale, è causa di conflitti, guerre e di buona parte dei fenomeni migratori. 

Si sono scelti luoghi–simbolo dal punto di vista storico culturale: le mostre saranno allestite tra esterni ed interni in una continuità tra ciò che accade nel nostro quotidiano e ciò che accade nel mondo. 

La grande novità di questa edizione della sezione fotografica è il lavoro che stanno portando avanti Fabio Fornasari, Lucilla Boschi e due allieve del Corso di Alta Formazione in Linguaggi per l’Accessibilità e l’Inclusione dell’Università di Bologna. L’equipe ha reso accessibili alcune mostre della rassegna attraverso lo studio e l’elaborazione di un linguaggio che traduca le mostre alle persone non vedenti: una composizioni tra testi, musica, modelli tattili per un’esperienza multisensoriale davvero immersiva e affascinante.

«Crediamo che la capacità di immaginare, di possedere l’immagine appartenga alla sola facoltà del vedere con gli occhi. La comprensione e l’appartenenza al mondo immaginativo invece appartiene a tutti noi: servono i giusti stimoli per alimentarla. Questo è il nostro lavoro per il progetto IT.A.CÀ FOTOGRAFIA #End Climate Change-StartClimate of ChangeLa promessa: creare un’esperienza estetica multisensoriale (tattilità, tridimensionalità, acustica) e narrativa (testuale) per stimolare la curiosità della persona con disabilità visiva e per fargli immaginare i diversi modi di leggere e raccontare la realtà con la fotografia di reportage. Come farlo? Come si traduce l’arte? Con le parole dell’arte, interpretando e creando l’esperienza in chiave estetica, in un linguaggio accessibile» cit Fabio Fornasari

PROGETTO TEATRINO ACCESSIBILE 

MOSTRE

Miners in Luwowo Coltan mine.

“THE VICTIMS OF OUR WEALTH” di Stefano Stranges.
Mostra fotografica 

  • Location > Castello di Bentivoglio, Via Saliceto 1 – Bentivoglio
  • Dal 10 al 23 settembre
  • Orari: mostra nell’area esterna del castello, visitabile su prenotazione inviando un messaggio al numero 3207987232 | Possibilità visita guidata gratuita venerdì 10 settembre h 18.30Qui tutti i dettagli della mostra > LINK
  • Possibilità visita guidata gratuita per venerdì 10 settembre h 18.30

Il Coltan, ovvero il minerale che ognuno di noi porta in tasca, è oggetto di una lunga catena commerciale che implica pesanti conseguenze sui diritti umani e ambientali. Questo minerale, utilizzato nella produzione di svariati materiali di alta tecnologia, è soprattutto fondamentale per la realizzazione degli smartphone.  Da qui gli sfruttamenti da parte delle grandi multinazionali e le conseguenze catastrofiche nei confronti delle popolazioni di territori come il Congo.

«Visitando la regione del Nord Kivu, in particolare il territorio del Masisi, dove sono concentrate molte delle miniere di Coltan del paese, ho affrontato le principali problematiche della popolazione dei villaggi circostanti. Questo territorio è a prima vista una landa paradisiaca, dai verdi prati ricchi di pascoli e di terreni (…)  Al suo interno però il paesaggio è interrotto da migliaia di tende di plastica bianche dei campi profughi affollati di famiglie che scappano dai vicini villaggi in un contesto caratterizzato dalla presenza di gruppi ribelli mossi dalla sete di potere».

La mancanza sostanziale di alternative per sopravvivere e lo scarsissimo livello di scolarizzazione costringe la popolazione di tutto il territorio ad essere schiavi all’interno delle loro terre e a lavorare come minatori. I diritti e i sostegni di queste donne da parte delle compagnie minerarie sono inesistenti; gli aiuti per sopravvivere arrivano soltanto dalle ONG che operano sul campo.

PREMI

  • 2018: TIFA 2017 (Tokyo International Foto Award) Silver prize in Editorial-Photo Essay Professional
  • 2018: Winner of the contest for the Festival dei diritti Umani 2017
  • 2017: IPOTY (International Photographer of the year) – Honorable Mention in Essay Photography/professional
  • 2017 TRECCANI AWARD – Premio TRECCANI web – Eccellenza del mese “The victims of our wealth”

Rubaya village, the road beside the Refugee Camp

STEFANO STRANGES – BIOGRAFIA 

Stefano Stranges è un fotografo e fotoreporter indipendente italiano. Inizia la sua carriera professionale nel mondo della moda e del reportage di viaggio, ma ben presto punta il suo obiettivo verso le tematiche sociali più problematiche del pianeta. Iniziano quindi le collaborazioni con ONG nazionali e internazionali. Ha pubblicato i suoi reportage su numerose riviste, tra le quali Rolling Stone, Il Reportage, Millenium del Fatto Quotidiano, Jesus Magazine, Il Manifesto, La Stampa, La Repubblica, Left Magazine, Famiglia Cristiana. I suoi lavori sono stati esposti in varie mostre, sia personali che collettive, in Italia ed Europa.

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Tinun, Mexico-November 4th, 2018:

“GOD’S HONEY” di Nadia Shira Cohen
Moltiproiezione: racconto, immagini, musica

  • Location > Palazzo Rosso, Via Marconi 5 Bentivoglio
  • Dal 10 al 14 settembre
  • Orari: venerdì 10 settembre h 19.00 (evento inaugurale) – martedì: 15.00 – 19.00 | mercoledì: 09.00 – 13.00 | giovedì: 15.00 – 19.00 | venerdì: 09.00 – 13.00 | sabato: 09.00 – 13.00
  • Per gruppi organizzati è possibile prenotare una visita guidata contattando Prospectiva Bologna – 051 6640400

Gli apicoltori Maya credono che le api siano un dono del dio Ah Muzen Cab e un collegamento con il mondo degli spiriti. Per secoli hanno fornito abbastanza miele da rendere la penisola dello Yucatan uno dei maggiori produttori mondiali. Ma negli ultimi anni, gli alveari sono scomparsi e le scorte di miele in diminuzione sono state contaminate dai pesticidi.

Nel 2011, il governo messicano ha iniziato a offrire sussidi agli agricoltori disposti a coltivare la soia, consentendo l’ingresso di semi di soia OGM nella regione. Gli agricoltori che hanno colto questa opportunità provenivano in gran parte dalle comunità mennonite che potevano permettersi la quantità necessaria di terra e macchinari. A causa del suo effetto sulle api e sul loro miele, nonché dei crescenti problemi di salute nella regione, nel 2015, la Corte Suprema ha vietato la soia OGM, ma gli agricoltori principalmente mennoniti continuano a coltivarla impunemente e stanno acquistando e disboscando la foresta pluviale dello Yucatan a un tasso allarmante per fare spazio ai loro raccolti e mettere in pericolo la salute dei mennoniti e dei Maya allo stesso modo.

PREMI

  • 2019 World Press 2nd, Environmental Stories
  • 2019 Yves Rocher Foundation Grant 

Nuevo Durango Mennonite Camp, Campeche, Mexico-November 10, 2018

NADIA SHIRA COHEN – BIOGRAFIA 

Nasce a Boston nel 1977, con una grande curiosità per il mondo e l’ignoto. La sua natura curiosa l’ha portata al fotogiornalismo, lavorando a New York per l’Associated Press e per Sipa Press, prima di passare all’agenzia fotografica di fama mondiale, VII. Sentendo il bisogno di tornare al proprio lavoro di fotografa ha iniziato a lavorare come freelance, principalmente su reportage autoprodotti. Dal 2007 Nadia vive a Roma, in Italia, dove continua a raccontare storie di vita e culture differenti. Collabora con il New York Times, International Herald Tribune, Harpers, Newsweek Japan, National geographic, Vanity Fair

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“CUORE BIANCO” di Camille Michelle
Mostra fotografica

  • Location > Porta Ferrara, Via Vittorio Veneto 7 – San Giorgio di Piano
  • DAL 10 AL 26 SETTEMBRE 2021
  • Orari > Mostra nell’area esterna della Porta, visitabile in qualsiasi orario e in qualsiasi giorno
  • Possibilità visita guidata gratuita > sabato 11 settembre h 17.30

La quotidianità in piena metamorfosi degli abitanti di Ummannaq, che in lingua groenlandese significa “a forma di cuore”, è un’isola a Nord Ovest della Groenlandia, a 590 Km dal circolo polare artico. Attorno ad essa, aggrappati alla roccia, vivono 1282 abitanti. Sono essenzialmente cacciatori e pescatori.

L’isola conserva diversi tesori, come una cava di marmo, le mummie di un’antica civiltà ed anche una casa di Babbo Natale. I miti e le leggende sono numerosi. La vita è ancora tradizionale e vicina alla natura ma il cambiamento climatico e il mondo moderno si stanno imponendo sempre più.

Lo scioglimento dei ghiacci sta sconvolgendo la vita degli abitanti. L’occidentalizzazione porta con sé l’inquinamento. Le infrastrutture moderne invadono ormai il paesaggio. Auto e scooter rimpiazzano progressivamente i cani da slitta. L’importazione di prodotti dalla Danimarca permette di rendere la vita migliore ma la mancanza di un sistema di smaltimento dei rifiuti è causa di un forte inquinamento da diossina. La salute degli abitanti e la sicurezza alimentare sono minacciati. La cultura tradizionale groenlandese sparisce poco a poco:  una Groenlandia divisa tra tradizione e modernità, disastro ecologico e grandezza, tra abbandono e resistenza. 

CAMILLE MICHEL – BIOGRAFIA 

Camille Michel è nata nel 1988 in una piccola città nel nord della Francia. Ha iniziato gli studi di medicina prima di scoprire le arti visive. Ha quindi frequentato i corsi di fotografia presso l’Università di Parigi VIII e poi presso l ‘Ecole Nazionale superiore di Photographie di Arles. 

Camille crede che la fotografia sia un modo di raccontare delle storie ed è pertanto interessata alla vita quotidiana delle piccole comunità, isolate, poste di fronte ai cambiamenti del pianeta (politici, economici, ambientali). Negli ultimi anni, Camille Michel ha viaggiato nell’estremo Nord. E’ andata in Lapponia dove ha scoperto la cultura sami, e in seguito ha deciso di vivere su un’isola sconosciuta, nel nord della Groenlandia. Si considera una fotografa-poeta che parla delle sue esperienze per descrivere il mondo, trovando ispirazione nel lavoro di Alec Soth,  Evgenia Arbugaeva, Lucas Foglia o Corey Arnold. 

Le sue immagini sono state pubblicate su Libération, New York Times, Wired, Photo Magazine.

PREMI

  • LensCulture Emerging Talent Award,
  • Premio Fotografia Syngenta,
  • Premio Libération Erwan Donnely
  • Glénat Fundation award  
  • Premio Filature alla Biennale di Mulhouse

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“LANDLESS MEN – UOMINI SENZA TERRA” di Vittorio Colamussi
Mostra fotografica

  • Location >Le Scuole Biblioteca – Pinacoteca di Pieve di Cento, Via Rizzoli, 2-4-6
  • DAL 10 AL 26 SETTEMBRE 2021
  • Orari >lunedì, martedì e giovedì 14.00-19.00 | venerdì  9.00-13.00 | sabato e domenica 10.00-18.00 | Possibilità visita guidata sabato domenica 12 settembre h 18.30
  • Possibilità visita guidata gratuita sabato domenica 12  settembre h 18.30

La riflessione di Colamussi sul fenomeno migratorio si sposta sulla “non appartenenza” ad alcun territorio e non solo sui fatti odierni e sui temi fortemente dibattuti e fonte di polemiche e discriminazioni politiche, sociali e religiose. 

L’opera di Colamussi è una visione sull’individuo: i suo scatti vogliono fermare l’uomo in quanto tale, la singola persona e ciò che porta con sé nel cuore e nella mente, focalizzandosi sulla cultura di appartenenza in rapporto al luogo di nascita, sulla soggettività e unicità e al contempo sull’universalità del sentire.

Nei centri di accoglienza di fatto si incontrano persone provenienti da molteplici paesi con lingue ed usi tra loro diversissimi e che vivono provvisoriamente una sorta di “non-identità”. Un limbo, in attesa di un luogo in cui riprendere a vivere.

«Nel caos dell’informazione di massa i migranti rimangono sullo sfondo, comparse, se ne parla senza in realtà conoscerli quasi che mantenere questa distanza possa renderli meno umani e quindi giustificare nel migliore dei casi la nostra indifferenza». 

La peculiarità, durante la fase di ripresa è quella di sovrapporre l’immagine del migrante alla pagina da lui scritta, senza altre mediazioni postume (doppia esposizione) per avvicinarsi a questi uomini e per tradurre in modo visivo le loro paure, le loro speranze, i loro dolori e gioie.

VITTORIO COLAMUSSI – BIOGRAFIA 

I miei primi ricordi fotografici si perdono nell’infanzia quando seguivo mio padre nella camera oscura allestita in soffitta. Il buio, l’odore degli acidi e soprattutto la meraviglia dell’immagine che emerge piano piano sulla carta rimangono ancora oggi nella mia mente come momenti di pura magia. L’inizio della “formazione” fotografica avviene più tardi a metà degli anni novanta quando lavoro come fotografo associato per le pagine di cronaca locali di un quotidiano.

Ritrovo la camera oscura e grazie al fotografo Luca Pasqualini e imparo le nozioni principali per lavorare con i ritmi richiesti dal giornale. Ci divertiamo anche se la cronaca di Ferrara non offre spunti di particolare fascino. Passano un paio di anni dopo i quali chiudo il rapporto con il giornale e inizio a sperimentare nuove collaborazioni seguendo eventi dentro e fuori provincia. Vado in Senegal intenzionato a documentare la confraternita islamica dei muridisti.

Ne uscirà un servizio sulla pesca con cui vinco il primo premio al concorso fotografico nazionale “Portfolio”, indetto dal Comune di Modena nel 1999. Nel 2001 ritorno in Africa, per la realizzazione di un servizio sulle missioni per l’adozione a distanza in Etiopia. Nei successivi anni lavoro alla realizzazione di diversi cataloghi per lo più incentrati sui giovani artisti ferraresi. Nel 2007 vengo incaricato assieme ad altri fotografi della realizzazione del volume sulla città di Ferrara dal titolo Ferrara. Un racconto di luce nel tempo, EdiSai srl. Dal 2008 mi interesso anche di fotografia immersiva e della realizzazione di foto navigabili e tour virtuali per siti web. Dal 2010 collaboro con EdiSai srl per la redazione di guide turistiche nelle città d’arte.

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FOTO DAL TERRITORIO

“ALLA RICERCA DELLA CASCINA PERDUTA” di Lucia Sciuto
Mostra fotografica

  • Location> Biblioteca comunale, Piazza Indipendenza 1 –  San Giorgio di Piano
  • DALL’ 11 SETTEMBRE AL 4 OTTOBRE
  • Orari > Lunedì, Martedì, Mercoledì, Venerdì h 9.00-14.00 | Giovedì: 14.00- 19.00 | Sabato: 9.00-12.30
  • Possibilità visita guidata gratuita sabato 11 settembre h 11.00

Tutto nasce da un sogno di bambina ricorrente: una bambina tenuta per mano da un padre senza volto, un’aia di cascina, profumo di stallatico. Ho cercato per tutto la vita di ritrovare, riconoscere quella cascina per collegarla a quel tempo e a quel volto.

La ricerca si è trasformata in una passione per le case coloniche sostenuta dalla voglia di approfondire storia e architettura, la relazione tra esse e l’organizzazione della vita sociale, familiare e del lavoro.

Lo studio, il viaggio e la fotografia sono i mezzi che ho usato per inseguire quel sogno.

Foto di Lucia Sciuto

LUCIA SCIUTO – BIOGRAFIA 

Fin da quando ho iniziato a “rubare” scatti con la Leica di mio padre, un aspetto della fotografia mi ha sempre affascinato: la stessa immagine è allo stesso tempo sempre uguale e ogni volta diversa, dipende dallo sguardo, dal momento (…) vive anche di ricordi, sensazioni e stati d’animo di chi la guarda e di chi ha cercato di fermarla (…) Durante la scelta di alcune inquadrature, (…) qualche particolare, segno o colore, luce od ombra, fa scattare nella mente parole che suscitano a loro volta la necessità di una immagine finale, diversa dalla pura oggettività e le parole scaturiscono in scrittura quasi automatica e si fondono, senza distinzione, con essa. Da qui prende vita la fotopoesia.

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Fotografo Associazione Amici delle Vie d’Acqua e dei Sotterranei di Bologna

IL NAVILE di Gruppo Fotografico Bentivoglio e Dintorni

  • Location > Villa Smeraldi – Museo della Civiltà Contadina, Via San Marina 35 (angolo via Canali e Crociali) – S. Marino di Bentivoglio
  • Dal 12 settembre al 5 dicembre 2021
  • Orari > dal lunedì al venerdì 9.00-12.30 | martedì e giovedì 14.30-17.00 | domenica 16.00-20.00 (ottobre)| domenica 15.00-19.00 (novembre-dicembre) | sabato chiuso

Apertura su prenotazione per gruppi in visita guidata scrivendo a segreteria.museo@cittametropolitana.bo.it

La storia del canale Navile attraverso immagini storiche e attuali. Un legame antico quello tra Bologna e il Navile che risale al 1208, testimoniato dai mutamenti che ha impresso nel territorio e che gli sono stati impressi. Il cambiamento del paesaggio e degli edifici che si affacciano sul canale, alcuni ancora in fase di recupero, altri perfettamente ristrutturati:  cartiere, ponti, lavatoi, chiaviche, una centrale idroelettrica, un porto e una bellissima foce alla confluenza col Fiume Reno.  Una mostra sull’interdipendenza di Bologna e delle sue vie d’acqua peculiarità locale che si fa universale: acqua elemento necessario, vitale che diventa privilegio di pochi e costantemente a rischio.

Fotografo Associazione Amici delle Vie d’Acqua e dei Sotterranei di Bologna

GRUPPO FOTOGRAFICO BENTIVOGLIO E DINTORNI – BIOGRAFIA 

Bentivoglio e dintorni è il nome di  un gruppo che si è costituito su Flickr nel 2008 per offrire un punto di riferimento ai numerosi fotografi che visitavano e visitano l’Oasi avifaunistica dell’Ex Risaia di Bentivoglio (Oasi la Rizza). Negli anni il gruppo ha ampliato il suo sguardo fotografico al territorio nel suo complesso e, quindi, al paesaggio ricco di architetture rurali e religiose, vie d’acqua, palazzi e castelli.

In collaborazione con numerose realtà del territorio, il gruppo promuove, attraverso l’arte fotografica,  l’amore per il territorio e per le sue peculiarità storiche, culturali e paesaggistiche. « La consapevolezza del valore dell’ambiente in cui viviamo è l’indispensabile premessa per la sua tutela»

A cura di Istituzione Villa Smeraldi – Museo della Civiltà contadina e  Gruppo “Il nostro Navile”, Comune di Bentivoglio, Unione Reno Galliera

 

 

 

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AVIFAUNA ALL’OASI LA RIZZA di Gruppo Fotografico Bentivoglio e Dintorni

  • Location >Oasi La Rizza – Ex Risaia, Via Bassa degli Albanelli 13
  • Dall’ 11 settembre al 19 settembre 2021
  • Orari > sabato e domenica 9.00-22.00 

L’area naturale protetta dell’Ex Risaia di Bentivoglio, conosciuta anche con il nome di Oasi La Rizza, è situata nella parte nord del territorio comunale e collocata in quella parte di pianura interessata, nel recente passato, dalla coltivazione del riso: la zona delle ex risaie.

Paradiso per ornitologi e amanti della natura, l’oasi, con più di 40 ettari di biodiversità e una ricca flora e fauna tipica delle paludi d’acqua dolce, è un luogo unico che offre al visitatore un perfetto spaccato delle grandi paludi che in passato dominavano il paesaggio della Pianura bolognese.

Nell’oasi è possibile ammirare numerose specie di uccelli stanziali e migratori, come l’airone cenerino, l’airone bianco maggiore, la garzetta, la cicogna bianca, l’oca selvatica, il germano reale, l’alzavola, il falco di palude, il martin pescatore e molte altre ancora, che qui trovano riparo tra isole, rive e canneti, luoghi ideali anche per costruire i loro nidi. 

« La consapevolezza del valore dell’ambiente in cui viviamo è l’indispensabile premessa per la sua tutela»
www.bentivoglioedintorni.com

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