Lai – momo: tra mediazione culturale, educazione e integrazione

Cari amici e care amiche di IT.A.CÀ, in vista dell’imminente apertura della decima edizione del Festival, ci occupiamo oggi di accoglienza e comunicazione, che sono fondamentali per intraprendere un viaggio o, in questo caso, portarlo a termine con successo! Parliamo perciò oggi con Sandra Federici e Andrea Marchesini della società cooperativa Lai-momo, che sul territorio bolognese si occupa di mediazione culturale, comunicazione, educazione e realizzazione di progetti che promuovono l’integrazione.

Oltretutto per questa edizione di IT.A.CÀ Bologna (25 maggio – 4 giugno) Lai–momo rientra nella sezione delle realtà che hanno dato un contributo al festival. 

Ci potete presentare la realtà di Lai-momo, come è nata e come ha sviluppato il suo ruolo sociale nei vari ambiti di cui si occupa?  

Lai-momo società cooperativa, cooperativa sociale dal luglio 2016, è stata costituita nel 1995 per rilevare e pubblicare la rivista Africa e Mediterraneo, da parte di un gruppo di cittadini, insegnanti, ricercatori e giornalisti accomunati dall’interesse per l’Africa, per le sue espressioni artistiche e culturali e per i suoi aspetti politici e sociali. Alla metà degli anni ’90, con il fenomeno dell’immigrazione che mostrava un’importanza crescente nella società italiana, l’esigenza di una maggiore conoscenza delle culture che stavano cambiando il panorama sociale italiano ed europeo era sempre più sentita.
Per questo i soci si sono impegnati nell’organizzazione di iniziative nel campo culturale, editoriale e della cooperazione allo sviluppo (studi, colloqui, corsi di formazione per gli insegnanti e altre attività), in partenariato con organizzazioni prima nazionali, poi europee e africane. 

Dopo alcuni anni di azione incentrata sulla promozione della conoscenza delle culture di origine dei migranti, e su progetti e servizi di comunicazione interculturale e dello sviluppo, dal 2007 Lai-momo ha vissuto un’evoluzione fondamentale, riuscendo a concretizzare l’interesse culturale per i cambiamenti sociali portati dall’immigrazione in un insieme di interventi concreti e servizi per l’orientamento e l’integrazione di cittadini stranieri, realizzati per conto di amministrazioni pubbliche. Nel 2011, con l’Emergenza Nord Africa, la cooperativa ha aperto un settore dedicato all’accoglienza di richiedenti asilo, su richiesta degli enti locali del territorio, e ai servizi per l’integrazione connessi (ricerca attiva del lavoro, insegnamento dell’Italiano L2, mediazione interculturale, assistenza legale).

In cosa consistono le vostre procedure di monitoraggio del territorio e affiancamento dei percorsi di integrazione sociale e culturale?  

L’attività di Lai-momo si svolge in stretta collaborazione e dialogo con enti e istituzioni del territorio, tramite la partecipazione a incontri e tavoli di co-progettazione.

Le linee di intervento si basano sul sostegno ai percorsi dei singoli e dei gruppi in un’ottica sistemica, tramite un approccio focalizzato sulla persona e sulla relazione, proponendo azioni di supporto ai vari elementi che costituiscono le comunità: le persone o i gruppi in situazione di difficoltà, le amministrazioni locali, il sistema dei servizi (educativo, socio-sanitario, giuridico, amministrativo, delle forze dell’ordine), il tessuto economico e produttivo, l’associazionismo e il più ampio sistema di comunicazione e produzione culturale.

Attraverso modalità partecipative e il contributo di artisti e creativi, le varie attività promosse da Lai-momo facilitano l’interazione dei migranti con i contesti territoriali locali, per stimolare e sostenere, a livello locale ma anche nella produzione di messaggi indirizzati a un contesto più ampio, una società maggiormente integrata. Molti progetti sono stati basati sulla metodologia della ricerca-azione, con la produzione e pubblicazione di report su temi come l’approccio interculturale all’emergenza, l’inserimento lavorativo dei cittadini di origine straniera, la condizione delle care-givers straniere, ecc.

Lai-momo opera all’interno della scuola con laboratori mirati a favorire lo scambio culturale: come sono strutturati? Come si articola la formazione agli insegnanti?  

Nel corso degli anni Lai-momo ha realizzato vari tipi di interventi nelle scuole, perlopiù laboratori artistici con fumettisti africani e non, all’interno di diversi progetti.

I laboratori generalmente prevedono una parte di partecipazione attiva e di riflessione con gli studenti sui temi legati alla migrazione e al razzismo, e una parte invece creativa di produzione artistica. Attualmente non sono in corso progetti di formazione degli insegnanti, ma diverse azioni e ricerche sono state realizzate in passato. Durante le attività laboratoriali vengono a volte coinvolti giovani rifugiati accolti nei centri di accoglienza e nelle strutture gestite da Lai-momo, sia come testimoni sia come attivi protagonisti del processo creativo.

Tra le iniziative più recenti ricordiamo “La strada dell’asino arriva a scuola”, ciclo di incontri di presentazione del racconto illustrato La strada dell’asino, svoltisi in Istituti di primo e secondo grado della provincia bolognese. La pubblicazione, edita da Lai-momo, è nata dalla collaborazione spontanea sorta tra due richiedenti asilo ospiti nel Centro di accoglienza straordinario di Ponte Limentra a Riola di Vergato (Grizzana Morandi, BO), all’interno di un laboratorio di pittura e di libera espressione, il Closlieu (vd. oltre). Rashid Mirza e Gul K. hanno dato vita, in parole e immagini, al racconto del difficile percorso che li ha portati dal Pakistan all’Italia e che Lai-momo ha deciso a ottobre 2017 di trasformare in una pubblicazione cartacea che i due autori stanno presentando in diverse occasioni.

L’iniziativa ha sviluppato un rinnovato dialogo interculturale tra i giovani studenti delle scuole coinvolte, promuovendo il coinvolgimento e la conoscenza del punto di vista di chi ha vissuto direttamente la migrazione. Partendo dal punto di vista degli autori, gli studenti si sono confrontati sui temi delle migrazioni forzate, del paese di origine e del percorso di accoglienza nella nuova comunità.

Potete parlarci dei progetti artistici seguiti da Lai-momo?  

La produzione di pubblicazioni legate all’educazione interculturale, alla cultura africana e alle espressioni artistiche di autori africani rappresenta una delle attività principali della cooperativa Lai-momo, nonché il naturale sviluppo di gran parte dei suoi progetti di promozione sociale e culturale.

Negli anni Novanta, alcuni soci incontrarono altre organizzazioni europee impegnate nella promozione della conoscenza delle culture di origine dei migranti, come Revue Noire, rivista francese che costituiva un modello nello studio e rappresentazione dell’arte africana contemporanea. Si resero conto che questo tema non era trattato da nessun ente in Italia e decisero di farne l’oggetto della loro azione collocando così Lai-momo tra i primi enti in Italia a interessarsi alla produzione artistica e creativa africana contemporanea. Sono così state realizzate tra fine anni 90 e inizio 2000 iniziative culturali dedicate all’Africa che per alcune forme espressive come l’arte contemporanea, il fumetto, il patrimonio e la fotografia erano praticamente totalmente inedite in Italia.

Grazie a diverse ricerche e all’istituzione del Premio Africa e Mediterraneo per il migliore fumetto inedito di autore africano (2001-2015), Lai-momo ha creato una collezione di album a fumetti di autori africani, diretta a un pubblico sia africano sia europeo, con l’obiettivo di incoraggiare il riconoscimento internazionale di questa produzione. Gli album pubblicati sono stati creati da fumettisti africani e hanno affrontato vari temi legati allo sviluppo: vita sociale, disoccupazione, agricoltura, tradizioni, migrazione. Come diretta conseguenza del Premio per il migliore fumetto inedito di autore africano, progetto portato avanti dall’associazione Africa e Mediterraneo, è stata raccolta una collezione di originali, album, fanzine e pubblicazioni rare unica al mondo. Attualmente, l’archivio Africa Comics, conservato a Sasso Marconi (BO), riunisce più di 2.500 tra tavole e pubblicazioni di autori africani di fumetto, raccolte nel corso di diversi progetti a partire dal 1999. L’archivio è consultabile gratuitamente su appuntamento e anche online su www.africacomics.net.

Tra i progetti artistici in corso più rilevanti citiamo l’atelier Closlieu della frazione di Riola a Grizzana Morandi. Organizzato e gestito da Juliane Wedell, operatrice di Lai-momo che si è formata a Vienna con l’ideatore del Closlieu Arno Stern, il laboratorio è un luogo in cui gli ospiti dei centri di accoglienza possono disegnare liberamente in uno spazio che è al contempo privato e di condivisione. L’attività nel Closlieu vuole essere di sostegno psicologico, offrendo la possibilità ai richiedenti asilo di gestire le proprie emozioni, di equilibrarsi e rafforzarsi in generale.

Lai-momo contribuirà alla X edizione di IT.A.CÀ. Ci potete anticipare qualcosa in proposito?  

Lai-momo contribuirà a festival con un evento realizzato in collaborazione con l’associazione culturale La Caracola dal titolo “A Mali estremi… Musica! La musica negata nei paesi Migranti”

Domenica 27 maggio, a Marzabotto, verrà presentata al pubblico del festival la pubblicazione La strada dell’asino. Seguirà una proiezione-incontro, “Immagini e musica”, con Iago Corazza e Greta Ropa, che hanno realizzato un reportage dagli angoli più remoti del mondo. In serata, aperitivo con DJ set curato da radio Folilà, al quale parteciperanno alcuni richiedenti asilo ospitati nella montagna bolognese.

Per concludere, concerto di saluto con Anna Palumbo (fisarmonica, balafon, sanze, pianoforte, voce e composizione). Inoltre, abbiamo deciso di sostenere il festival con un contributo economico come riconoscimento per il fatto che gli incontri diffusi sul territorio, ai quali parteciperanno gli ospiti dei nostri centri di accoglienza, saranno un’occasione di socializzazione per persone che hanno bisogno di vivere situazioni aperte e plurali e quindi fare un passo in più verso l’integrazione.

Ringraziamo Sandra Federici e Andrea Marchesini per averci raccontato la storia di questa cooperativa e le sue importanti attività con i migranti: vi diamo quindi appuntamento al festival! Buon viaggio come sempre…

Blog IT.A.CÀ
Arianna Piazzi

 

 

 

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