Le regole del buon viaggiatore | Progetto internazionale Survival

Cari viaggiatori e care viaggiatrici oggi vogliamo trattare un tema a noi molto caro, visto che parliamo di viaggi responsabili e sostenibili, vogliamo riportare qua di seguito l’esperienza del progetto internazionale Survival.  Questa realtà è stata fondata nel 1969, ed è il movimento mondiale per i diritti dei popoli indigeni. La sua nascita è avvenuta in seguito alla scoperta, da parte di un gruppo di persone, del genocidio degli Indiani amazzonici.  Questo episodio, infatti, ha messo in luce la mancanza di un organo che lottasse per difendere la vita di questi popoli. La mission di Survival è proprio quella di prevenirne lo sterminio, diffondere la loro cultura e denunciare i soprusi che subiscono. Nel corso degli anni, ha contribuito al cambiamento radicale di molti atteggiamenti erronei che venivano attuati nei loro confronti.

Ecco due esempi  eclatanti, a cui il movimento ha dato rilevanza, nelle quali si nota chiaramente l’atteggiamento di superiorità che in diverse circostanze si mette in atto a spese di questi esseri umani. Il primo è del 1906 e vede come protagonista Ota Benga , uomo “pigmeo” congolese, portato a New York per essere messo in mostra nella casa delle scimmie dello zoo del Bronx; il secondo invece, più recente, è il caso della tribù degli Jarawa, episodio portato alla luce nel 2012, in cui un poliziotto fu filmato incitare i membri della tribù a danzare per i turisti, in cambio di cibarie lanciate loro dalla Jeep.

Spostarsi fisicamente da un luogo a un altro ora è molto semplice, anche quando le due località distano molti chilometri l’una dall’altra, ma, da un punto di vista umano, come avviene?

Viaggiare genera sicuramente moltissimi aspetti positivi: per chi lo compie, poiché concorre all’arricchimento mentale e culturale della persona;  per le mete di destinazione, grazie alle risorse economiche che porta con sè. Però, affinché tutto questo si verifichi, alla base deve essere presente un’etica del viaggio, che si palesa in una dimostrazione di rispetto verso il luogo, verso le popolazioni e verso la cultura, indipendentemente dalla sua distanza fisica o ideologica. Spesso il viaggio viene visto solamente come un modo per colmare la propria curiosità e dare sfogo al proprio divertimento, senza considerare gli effetti  a lungo termine che i comportamenti che si mettono in atto possono avere.

Considerare un popolo o un paese inferiore al proprio, o mero sfondo del proprio benessere, non porterà arricchimento a nessuno degli elementi coinvolti. 

Un’altra azione importante che si può compiere per preservare queste popolazioni è la raccolta di informazioni precedenti alla partenza. E’ utile informarsi sull’organizzazione con la quale si sta per partire, sulla meta e sui popoli che la abitano. Limitarsi a non compiere direttamente azioni scorrette non è sempre sufficiente. E’ sicuramente indispensabile che questo avvenga ma se nel compiere il viaggio si finanziano organizzazioni non ugualmente corrette, il risultato non sarà comunque positivo. 

Ed è per questo che Survival sta portando avanti un’azione di responsabilizzazione del viaggio e del viaggiatore, esortando anche le persone a denunciare laddove vengano a conoscenza di situazioni di questo tipo.

 Come conclusione di questa riflessione, il team di Survival ha sintetizzato quanto detto in precedenza, creando uno schema che indicano tre cose da fare e tre cose da non fare quando si decide di intraprendere un viaggio verse queste destinazioni.

Le  regole sono le seguenti.

COSE DA FARE

1. Prima di partire, informarsi con cura e boicottare i tour immorali

2. Sostenere le aziende che lavorano a stretto contatto con i popoli indigeni e dividono equamente gli introiti

3. Rispettare le culture e le tradizioni dei popoli che si visitano

COSE DA NON FARE

1. Trattare i popoli indigeni come se fossero primitivi e arretrati

2. Visitare aree in cui i popoli indigeni sono stati costretti a lasciare le loro terre

3. Trattare come oggetti o scattare foto e fare filmati alle tribù, a meno che non si abbia la certezza che sia stato dato un consenso autentico. 

Quindi ricordiamoci sempre questo regole ogni volta che ci mettiamo in viaggio o decidiamo una specifica meta: ricordiamoci di rispettare le popolazioni locali che andiamo a visitare! Viaggiare vuol dire anche rispettare il prossimo e la nostra madre natura.  Buon a viaggio e a prestissimo con altre news 🙂

Blog IT.A.CÀ
Giulia Friguglia
 

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