Beltaine: il birrificio che promuove l’Appennino Bolognese

staff-beltaine_itacaOggi per la nostra rubrica In viaggio verso IT.A.CÁ abbiamo intervistato Matteo Boschi della cooperativa Beltaine, che con la sua iniziativa La castagna: dal bosco alla birra, ha vinto il Premio Turismo Sostenibile 2016 in collaborazione con Bologna Welcome nella categoria “progetti enogastronomici realizzati”.

Matteo si occupa del coordinamento, della logistica, dell’amministrazione, della contabilità e di tante altre cose; è anche il mastrobirraio, nonché il presidente che, per citare le sue parole, “è stato scelto sorseggiando buona birra se no #chimelofacevafare”. Buona lettura!

La storia della Cooperativa Beltaine e i suo protagonisti

Il microbirrificio Beltaine è nato nel 2004 dalla sinergia tra Consorzio Castanicoltori di Granaglione, amministrazione comunale di Granaglione, Università di Bologna e Fondazione Cassa di risparmio in Bologna. Qualche anno dopo la gestione è stata affidata alla cooperativa sociale Campeggio Monghidoro che ha fatto conoscere la qualità dei prodotti Beltaine in tutt’Italia. Nel 2014 è nata Beltaine soc. cooperativa, una piccola realtà che si occupa solo del microbirrificio: ci piace considerarla una talea (spin off in gergo) delle gestioni precedenti con cui abbiamo mantenuto un forte legame.

Oggi all’interno del microbirrificio si producono sei tipi di birra: quattro alle castagne e due al farro per una produzione annuale di circa 60.000 bottiglie. Beltaine è il primo micro birrificio artigianale nell’Appennino bolognese nonché primo in Italia per la produzione di birra artigianale alle castagne: è proprio nell’ingrediente che le caratterizza che la birra trova la sua eccellenza.

staff-beltaine-itaca-2In Beltaine, io Matteo mi occupo del coordinamento, della logistica, dell’amministrazione, della contabilità e di tante altre cose, sono anche mastrobirraio e il presidente (per fortuna lo abbiamo scelto sorseggiando buona birra se no #chimelofacevafare ).

Insieme con me c’è Marco, il mastrobirraio storico: lui ha creato la prima Beltaine nel 2004, conosce ogni aspetto della produzione, ogni segreto degli ingredienti, appassionato e grande conoscitore delle montagne e dei suoi prodotti, delle leggi naturali, della chimica, di come gli elementi insieme si esaltano a vicenda, è un musicista ed un uomo con un’immensa cultura. Uno stregone? Quasi.

E poi c’è Piero che si occupa della distribuzione, della tournée estiva, dei rapporti clienti, Annalisa che ci porta idee brillanti e cura la comunicazione, Remo che è un’insostituibile memoria storica, Simone, Luca, Maura, Michele, Moreno tutti dei veri angeli custodi. Sono tante le persone che negli anni hanno contribuito e creduto a questo progetto.

La birra che valorizza e promuove l’Appennino bolognese

Le birre artigianali Beltaine girano sulle tavole, sui banconi dei pub e nelle osterie, accompagnano cene tra amici, sono presenti nelle sagre e fiere del settore: la birra è uno straordinario mezzo con cui raccontare e promuovere l’Appennino. Piero lo sa bene: raccontare un prodotto ai clienti non è solo parlare di prezzi. Quando raccontiamo delle birre artigianali alle castagne e al farro Beltaine narriamo la storia del territorio di Granaglione, di PorrettaTerme, dell’acqua buona che scorre, dell’aria buona che si respira, della bontà della pasta all’uovo tirata a mano e fatta sfumare con un goccio di birra, di tradizioni, di storia, del freddo, del cervo incontrato in strada andando in birrificio, di come i montanari salvarono generazioni con questo frutto, di tanto altro. E’ un grande cerchio: la birra fa scoprire un territorio ed il territorio fa scoprire i suoi prodotti. Il pay off della birra rimanda proprio a questo “Birrificio Beltaine: stappa il gusto dell’Appennino”.

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Le iniziative di turismo sostenibile del Birrificio Belataine

Come Birrificio, tra una cotta e l’altra e in collaborazione gli enti coinvolti nel progetto, stiamo organizzando iniziative aperte al pubblico che vorremmo diventassero appuntamenti fissi: a maggio la “Primavera Beltaine: il risveglio del Bosco” e in autunno più puntate di “Raccolta Beltaine: dal bosco alla birra”. Tra questi due eventi abbiamo la tournée estiva e autunnale che ci vede partecipare a molte sagre ed eventi. Primavera Beltaine è una giornata organizzata per celebrare l’arrivo della primavera: il nome Beltaine trae la sua origine dalla tradizione celtica legata ai luoghi di Granaglione, deriva dal gaelico e significa letteralmente “I fuochi del Dio Bell”, divinità celtica celebrata nella festa di primavera che cadeva il 1 maggio e simboleggiava l’inizio della bella stagione con la rinascita della natura. “Primavera Beltaine: il risveglio del Bosco” è un evento che si articola in visite guidate in birrificio e poi musica, perfomance, attività per bambini sotti ai castagni del Parco Didattico del Castagno: una festa che è al tempo stesso un momento di aggregazione e un’occasione di scoperta del territorio.

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Il 23 ottobre abbiamo inaugurato, grazie anche al Premio Turismo Sostenibile, la prima edizione di “Raccolta Beltaine: dal bosco alla birra”, una giornata tra i luoghi della castagna che vorremmo diventasse una vera e propria offerta turistica. Bruno dei Castanicoltori accoglierà i visitatori al Caniccio – un tradizionale essiccatoio di castagne alimentato con fuoco – e Marco, il mastrobirraio accompagnerà il pubblico nelle sale del birrificio di cottura e filtraggio, fermentazione e maturazione, imbottigliamento ed etichettatura spiegando il processo produttivo e la nascita della birra.

Infine al Parco Didattico Sperimentale del Castagno daremo il via ad una vera e propria raccolta di castagne di gruppo dove invitiamo il pubblico a condividere con noi l’esperienza del raccolto: le castagne del Parco Didattico noi le trasformiamo in birra! I partecipanti, oltre la possibilità di pranzare con prodotti enogastronomici locali, potranno raccogliere le castagne e scegliere se barattarle in birra o portarle a casa a prezzi di auto-raccolta. Siamo sempre più abituati a trovare i prodotti nei mercati, nei negozi e dimentichiamo quanta bellezza ci sia nel raccogliere consapevolmente i prodotti della nostra terra: la raccolta diventa così un’occasione per camminare tra i boschi, stare in mezzo alla natura, ascoltarne i rumori e il silenzio, annusarne gli odori. Mi raccomando se parteciperete, venite con guanti, cestini e abbigliamento adatto.

Per quanto riguarda la sostenibilità, siamo ospiti della natura e abbiamo voluto organizzare l’evento rispettandola il più possibile con piccole azioni: il materiale informativo è stampato su carta riciclata, le stoviglie sono in mater-bi, la cartellonistica è creata con materiale riciclato, si fa la raccolta differenziata e sensibilizziamo il pubblico al carsharing. Il prossimo anno vogliamo realizzare una navetta treno-parco e compenseremo le emissioni di Co2 legate all’organizzazione con la piantumazione di castagni nel territorio. Nel vicino inverno, mentre il bosco riposerà, abbiamo già in programma lavori di forestazione per recuperare dei castagni secolari che il prossimo autunno ci regaleranno nuovi frutti. Ma non solo, il materiale deforestato servirà a creare cippato per energia alternativa.

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Punti di forza e di debolezza dell’Appennino secondo Matteo

I punti di forza dell’Appennino? L’Appennino bolognese è un territorio fatto di piccoli scrigni e bellezze naturali, di prodotti e luoghi unici, di borghi incredibili, di aria buona, di gente vera: i “Montanari: scarpe grosse, cervello fino”, persone di una grande intelligenza, genuinità, ospitalità. Come si puo’ intervenire? Negli ultimi anni molti enti stanno facendo un grande lavoro per la riscoperta del territorio con eventi e proposte turistiche.
Noi siamo mastrobirrai e il nostro lavoro è fare con passione una buona birra, non siamo esperti di turismo ma forse in Appennino -come nella vita- alle volte manca un po’ di fiducia, di apertura, di capacità di guardare oltre i propri confini, ma siamo certi che aprendosi, lasciandosi un po’ contaminare da idee che vengono da fuori, facendo rete, unendo le forze e le competenze, andando oltre i campanilismi, valorizzando le unicità, si potrà andare lontano. L’Appennino merita un turismo sostenibile, responsabile: un turismo gentile, con viaggiatori che a piedi, in bici scoprono i nostri boschi, la nostra gente, i nostri prodotti vivendo consapevolmente il viaggio.

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La birra nel paese del vino

Vi racconto un aneddoto, anno 2007, quasi dieci anni fa, ad uno Stand Beltaine.

Sdaura: «Eh bam bam, ma s’a dit? N’esits mica la bira con la castagna, me al fag al foc ei maron» (trad: non esiste la birra alla castagna. Io le faccio arrosto le castagne)
Annalisa: «signora le assicuro di sì, è fatta con le castagne e l’acqua di Granaglione, ha presente la zona di Porretta Terme? Vuole assaggiarla?»
Sdaura: «na na na. Ques’que l’è vino» (no no no questo è vino)
Annalisa: «Signora mi dia retta, la gradazione è alta quasi quanto un vino, vanno da 5, 6 e 7 gradi ma è birra, davvero, è birra»
Sdaura: «Eeee di mondi» (Cose d’altro mondo).

Magari al tempo non avevamo una grafica accattivante ma questo era l’approccio generale del pubblico: eravamo marziani e la birra artigianale italiana veniva da un altro mondo. E’ stato difficile più di dieci anni fa -e alle volte lo è ancora- parlare di birra artigianale italiana fatta con le castagne, proporla in abbinamento a pasti, venderla, farla amare e comprendere ai palati più scettici ma grazie alla qualità del prodotto, alla curiosità della gente, allo sviluppo del settore italiano, siamo ancora qua (e questo nonostante non siano poche le difficoltà che affrontiamo quotidianamente come piccola impresa e per di più piccola impresa della montagna).

In Italia sono nati tanti microbirrifici che producono ottime birre, il beer-tourism è in espansione e le birre artigianali italiane hanno guadagnato il loro posto nel mercato, sono presenti nelle più prestigiose guide enogastronomiche e il pubblico le richiede e le beve consapevolmente. Siamo certi che i turisti, nel loro viaggio italiano, apprezzino la varietà dei prodotti enogastronomici che incontrano: il vino, la pasta, la pizza ma anche la birra. Fondamentale rimarrà cosa c’è dietro al prodotto e quello che racconta: ingredienti genuini e di altissima qualità, luoghi e rispetto per l’ambiente, amore e passione.

Consigliamo a tutti di farci un giretto…
….un fine settimana all’insegna della tradizione e del benessere 😉

Simona Zedda
Rubrica “In viaggio verso IT.A.CÀ”

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