Il turismo emozionale che fa bene allo stato d’animo del viaggiatore…

Buon lunedì a tutti voi, cari amici di IT.A.CÀ!

Questa settimana affrontiamo il tema relativo al Turismo Emozionale e riflettiamo sull’argomento con Roberta Isceri, curatrice del blog Italia Terapia, che insieme a Sara, raccontano al pubblico dei propri viaggi attraverso brevi reportage: suggerendo percorsi e itinerari diversificati a seconda dello stato d’animo del lettore.

turismo emozionale

Roberta, ha 35 anni e vive a Roma. Scrive da sempre, viaggia da sempre e si nutre di storie da sempre. Da brava studentessa laureata in DAMS ha il chiodo fisso per il cinema, che frequenta sempre con occhio attento, anche quando non vorrebbe; è attratta dal tema della diversità, declinata in tutte le sue forme, sia belle che brutte ed è affascinata dai contesti decadenti e dai personaggi quasi teatrali di cui è popolato il mondo, anche se non cerca mai l’originalità a tutti i costi. Ama la fotografia, l’arte e la psicologia che tenta di mixare al meglio nella sua attività di blogger entusiasta.

“L’unico vero viaggio, l’unico bagno di giovinezza, non è andare verso nuovi paesaggi ma avere altri occhi, vedere l’universo con gli occhi di un altro, di cento altri, vedere i cento universi che ciascuno vede, che ciascuno è.” •• Marcel Proust

Se ci fermiamo a riflettere sul rapporto che si instaura tra uomo e natura osserviamo subito la bidimensionalità della relazione, infatti non è solo l’uomo a raccontare, osservare, scrivere di un luogo, ma quest’ultimo racconta di sé attraverso la storia, le tradizioni, i sapori, gli odori… Il posto che visitiamo ci regala emozioni e ci consente di portare in valigia non solo souvenir, ma un bagaglio culturale ampio e di cui eravamo certamente sprovvisti prima di partire.

turismo emozionale

Alfio Presotto, artista

Oggi è la percezione a fare la differenza e se fino a qualche anno fa al turista interessava solo aggiungere un puntino alla sua mappa personale dei posti visitati, rimanendo completamente estraneo alle dinamiche culturali che caratterizzavano un determinato luogo, oggi diviene fondamentale l’interazione tra il visitatore e la città che lo ospita nonché la profondità dell’esperienza vissuta.

Vediamo cosa ne pensa Roberta sull’argomento:

1. Che significa per te Turismo Emotivo?

Non mi è mai piaciuto il termine “turista” perché l’ho sempre associato allo straniero in sandali e calzini, molto fruitore e poco viaggiatore. Questo ovviamente riguarda anche noi italiani e le carovane alle quali ci aggrappiamo per una settimana low cost in Egitto o in un qualunque altro posto, poco cambia. Cosa ci rimane veramente di esperienze di questo genere? Mi si potrebbe obbiettare che è una questione di risparmio ma io credo che dietro ci sia più la voglia di spostarci senza spostarsi veramente. Per me turismo emotivo significa viaggiare (fosse anche all’interno della propria città) per cambiare, accettando gli inconvenienti del caso. Altrimenti si rischia di essere tutti come il nano di Amélie (a proposito di amore per i film…).

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2. Come è nata l’idea di creare il blog “Italia Terapia”?

L’idea è nata quest’estate, quando io e la mia amica Sara (entrambe viaggiatrici un po’ particolari) abbiamo pensato di offrire il nostro personale sguardo sulle cose. Perché terapia? Perché (almeno su di me) il viaggio è sempre terapeutico. È una delle cose cui non potrei mai rinunciare in questa vita, pena un mio impoverimento progressivo, anche emozionale. Inoltre, ci siamo dette: povera e bistrattata Italia. Tutti a parlarne male… Abbiamo pensato che fosse giusto restituire al nostro Paese quello che più lo caratterizza: la bellezza (senza nasconderne i lati negativi). Se gli stranieri riescono a riportare da un viaggio in Italia immagini meravigliose, perché non possiamo farlo anche noi? Italia terapia, inoltre, vuole suggerire itinerari a seconda dello stato d’animo: io e Sara partiamo sempre da quello che proviamo noi nel momento in cui visitiamo un luogo e cerchiamo di esportare la nostra esperienza. Vorremmo che venisse fuori l’anima di chi scrive, di chi legge e dei posti in sé.

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3. Nel tuo blog inviti i lettori a rispondere al sondaggio: “che tipo di viaggiatore sei?”… tu come ti definisci?

Sicuramente riflessiva. Il mio senso principale è la vista: ovunque vada, io osservo molto e solo dopo questo diventa scrittura. Scrivo per dire anche a me stessa che emozioni ho provato. Sono la classica persona che per godere di qualcosa ne deve parlare.

4. Quali sono i fattori principali che determinano la tua scelta della destinazione turistica?

Non scelgo mai con largo anticipo e sono piuttosto impulsiva (soldi permettendo, ovviamente). Se posso buttarla un po’ sul poetico, mi lascio guidare dalle immagini interiori che ho di quel posto e dai desideri profondi che spero in qualche modo vengano realizzati proprio lì e da nessun’altra parte.

5. C’è un luogo particolare che hai visitato e che ti è rimasto nel cuore?

Naturalmente più di uno. Cito il primo, in ordine cronologico (avevo quattordici anni): la Turchia. Soprattutto Istanbul, Göreme e Pamukkale. E cito l’ultimo: Berkeley (California) dove ho svolto le mie ricerche per la tesi. Ci tornerei all’istante!

Non vi resta che visitare il suo blog e lasciarvi stimolare dai cinque sensi!
P.s. “Non adatto a chi non prova emozioni”!

Rubrica “In viaggio verso IT.A.CÀ”
Angela Pizzi

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