Chi sono i Travel Blogger?

IT.A.CÀ considera il travel blogger  un viaggiatore attento e curioso che attraverso i suoi diari, racconta le proprie impressioni, sensazioni e sentimenti vissuti in seguito a una determinata esperienza; offre consigli in maniera del tutto gratuita ai fruitori del blog e descrive attentamente i luoghi che ha visitato cercando di essere il meno possibile freddo e sterile. Fa quello che il marketing chiama “storytelling”, racconta storie e cerca di suscitare una risposta emotiva nei lettori, i quali devono identificarsi nella narrazione e creare un vero e proprio legame affettivo con essa. Grazie al blog e ai social networks il viaggiatore diviene il principale portavoce di tutto ciò che concerne l’esperienza di viaggio vissuta, la località prescelta e i servizi offerti. I  travel blog acquisiscono sempre più importanza sia come strumenti di marketing e comunicazione e sia come strumenti utilizzati per monitorare e influenzare le opinioni degli stakeholders nonché come mezzo per far conoscere prodotti e destinazioni turistiche.

(Foto di Giuseppe Trisciuoglio)

Ma un travel blogger non è un’agenzia di viaggi, egli vive il luogo che visita in prima persona, fa sempre nuove scoperte e poi le racconta trasformandosi in vero e proprio ambasciatore digitale.

In Italia vengono organizzati molti eventi dedicati ai travel blogger tra i quali troviamo TBD italy a Rimini, TBE a Genova, BTO a Firenze..

Tra i blogger più famosi al mondo vi è l’italo americano Jhonny Jet che ha reso il suo sito una vera e propria impresa commerciale; potremmo definirlo uno “sperimentatore”, cioè colui che viene chiamato a provare prima di tutti nuovi collegamenti aerei, alberghi, musei, itinerari, strutture di accoglienza turistica, servizi (etc.)

Jool Stone, un ragazzo scozzese, ha trovato fortuna occupandosi esclusivamente di turismo su rotaie sul suo blog “Trains on the brain”.

Family on bikes è un blog che si occupa solo di viaggi in bicicletta rigorosamente in famiglia. Nel loro blog si descrivono come una normalissima famiglia americana che ha imparato ad apprezzare il valore del tempo abbandonando la routine quotidiana e gestendo il rapporto con i propri figli in maniera atipica rispetto alle classiche famiglie. Dopo aver abbandonato i rispettivi lavori, i due genitori hanno deciso di pedalare con i propri figli e così girare il mondo.

Kash Bhattacharya di Budget Traveller  ha creato una guida agli ostelli di lusso e design e in questo post parla anche di Bologna e della sua esperienza vissuta in città

E in Italia è possibile far successo con un blog e fare di questo il proprio lavoro?

Certamente è importante credere e inseguire i propri sogni con caparbietà e costanza, fare del viaggio un lavoro non è semplice e sicuramente le ore passate davanti ad un computer saranno paragonabili ad un vero e proprio lavoro di ufficio. Per fare successo è necessario studiare e non improvvisarsi cantastorie; indispensabile è avere conoscenze di base di marketing, pubbliche relazioni..

Quali sono gli aspetti positivi di questo lavoro?

Un ufficio in ogni parte del mondo, viaggi sponsorizzati in cambio di articoli sul blog, libertà di espressione… viaggiare a tempo indeterminato!

Può un blog di viaggi diventare una fonte di reddito per chi lo gestisce?

Probabilmente non subito, serve del tempo per rendere il proprio blog accattivante e appetibile. Tra i metodi di monetizzazione troviamo: la vendita di banner e di spazi pubblicitari; le recensioni di prodotti turistici, località e servizi; progetti di comunicazione con enti territoriali e turistici; servizi di consulenza.

Ma quali sono i diritti e i rovesci della relazione tra operatori e travel blogger?

Giovanni Boccia Altieri, sociologo dell’Università di Urbino, in un articolo dedicato ai travel blogger su Tech Economy afferma che bisogna andare oltre la banalizzata formula del “tu mi regali una vacanza e io parlo (solitamente bene) di te”, denunciando il possibile sfruttamento del lavoro creativo di comunicazione a fronte della gratuità dell’ospitalità, oltre che l’alienazione dall’ esperienza di vacanza come momento autonomo di loisir…

E voi cosa ne pensate?

 Rubrica “In viaggio verso IT.A.CÀ”
Angela Pizzi
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