In viaggio verso IT.A.CÀ con Bimbi e Viaggi

Buon lunedì a tutti voi cari lettori! 

Questa settimana, per la nostra consueta rubrica, abbiamo deciso di dedicare uno spazio alle famiglie che viaggiano, intervistando Marilena (per gli amici Milly), una super blogger che segue da sempre il nostro festival e che cura con dedizione e impegno il proprio blog “Bimbi e Viaggi“: “un blog per parlare di bambini che viaggiano e condividere le emozioni di chi viaggia con loro”. 

Milena – detta Milly

Milly ama viaggiare insieme a suo marito Davide e l’arrivo della piccola Amanda non ha fatto altro che alimentare la loro passione per i viaggi. Bimbieviaggi nasce per raccontare esperienze, condividere tutte le emozioni che vivono durante il viaggio ma soprattutto per raccogliere i racconti di altri genitori che, come loro, si divertono a vagare per il mondo con i loro piccoli esploratori al seguito…

Tutti possono partecipare al blog intervenendo con la propria storia di viaggio “a misura di bambino!” Milly precisa infatti che “Bimbi e viaggi non è solo il blog di Milly”.

1. Secondo te c’è differenza tra turista e viaggiatore? In che consiste?

Non so se “turista” e “viaggiatore” siano i nomi giusti da utilizzare ma sicuramente esistono diversi tipi di approccio al viaggio. Alcune persone desiderano allontanarsi da casa semplicemente per “staccare la spina” dallo stress della routine quotidiana e per non doversi preoccupare di niente: essere a Rimini, a Santo Domingo o a Goa è esattamente la stessa cosa purchè si possa parlare di “vacanza”. Altre persone invece si mettono in cammino con un approccio più intraprendente e curioso nei confronti della meta prescelta, si avvicinano ad ogni luogo con l’obiettivo di conoscerlo e farlo diventare un po’ casa propria, con tutto ciò che questo comporta, a partire dal rispetto per ogni singolo elemento che caratterizza quel luogo. In questo senso per viaggiare non serve necessariamente prendere un aereo e volare dall’ altra parte del mondo, perchè “viaggio” può essere per esempio anche una gita fuori porta alla scoperta di un parco naturale.

2. Cosa significa, per te, viaggiare responsabile?

Il viaggio responsabile è appunto questo: avvicinarsi ad ogni luogo con occhi curiosi e allo stesso tempo rispettosi. Spostarsi per la voglia di conoscere e arricchirsi ampliando le proprie vedute: cogliere ogni viaggio come occasione per imparare qualcosa di nuovo che ci aiuti anche a comprendere meglio il mondo in cui viviamo. E, allo stesso tempo, rispettare il luogo visitato: il suo ambiente, chi lo abita (che siano persone o animali) e la sua economia.

Per chi, come noi, viaggia con bambini, il viaggio dovrebbe essere “doppiamente” responsabile, perchè è importante anche insegnare il giusto approccio ai nostri piccoli compagni di viaggio: non raccogliere i fiori protetti, non acquistare oggetti di origine animale (es. avorio o corallo), non abbandonare rifiuti in spiaggia, ecc…

Per quanto riguarda gli “occhi curiosi”, inutile dirlo: viaggiare con i bambini è decisamente un privilegio!

3) Come può il turismo responsabile contribuire allo sviluppo economico e sociale di un territorio?

In generale, il turismo contribuisce allo sviluppo economico di un territorio, molto banalmente, attraverso il denaro: alcuni paesi non possono prescindere dal turismo come risorsa per il proprio sostentamento, ma purtroppo questo è spesso causa di sviluppo poco sostenibile.. Nel 2004, durante un viaggio a Zanzibar, mi sono ritrovata a passeggiare lungo una meravigliosa spiaggia deserta, quando mi sono imbattuta in un cantiere: stavano costruendo un resort internazionale su più piani, proprio sulla spiaggia, con un ristorante su palafitte in mezzo al mare. Alla mia domanda su cosa pensassero di tale costruzione, la risposta degli abitanti era sempre la stessa: “non ci piace, ma arriveranno migliaia di turisti e ci porteranno tanti soldi”.

Il turismo responsabile dovrebbe investire sull’economia di un paese per fornirle gli strumenti per auto alimentarsi senza distruggere l’ambiente e chi lo abita. Il turista responsabile sceglie di visitare i parchi naturali protetti e rispetta le norme che li regolamentano, sceglie alloggi e ristoranti a gestione locale, evita accuratamente le strutture che impattano troppo sull’ ambiente e preferisce quelle che applicano misure come il risparmio idrico ed elettrico (soprattutto nei paesi in cui acqua ed elettricità sono risorse scarse, ad esempio nelle isole). In questo modo, le risorse introdotte in un paese contribuiscono a promuovere il rispetto per l’ambiente, a fare girare l’economia e ad alimentare il benessere di chi in quel paese vive e lavora.

Ti allego la foto scattata a Jambiani,  Zanzibar, settembre 2004

4) Come dovrebbe essere utilizzata la creatività per promuovere il turismo responsabile in piccole comunità, città o grandi metropoli?

Credo sia fondamentale trovare i mezzi adeguati per valorizzare i progetti locali e nazionali che puntano alla promozione territoriale in chiave sostenibile.

Eventi come IT.A.CA’, per esempio, sono fondamentali per attirare l’attenzione della gente su temi così importanti. Sarebbe opportuno inoltre che le Istituzioni si facessero promotrici di turismo sostenibile, anche solo mettendo in rete e fornendo supporto alle piccole realtà attive in questo ambito.

5) Daresti un consiglio ai viaggiatori che ci stanno leggendo su come prepararsi al meglio per affrontare il viaggio?

La maggior parte delle persone che viaggiano hanno poco tempo per godersi le mete in cui si recano, una o due settimane: meglio quindi documentarsi prima di partire, capire quali risorse ha da offrire il luogo in cui stiamo andando e soprattutto capire quali problemi quel territorio stia eventualmente attraversando. Ad esempio, noi che amiamo tanto viaggiare verso isole tropicali, ci documentiamo bene sull’ eventuale scarsità di risorse idriche, o sull’ assenza di servizi di smaltimento rifiuti (quindi spesso ci riportiamo a casa i barattoli di plastica vuoti, per evitare che vengano gettati in mare).

Chi ha la fortuna di intraprendere viaggi più lunghi o senza limiti di tempo, può godersi il lusso di approcciare un territorio con lo spirito da vero “esploratore”.

In questo senso trovo illuminanti le parole di Tiziano Terzani nel meraviglioso libro “Un indovino mi disse”:

Ogni posto è una miniera. Basta lasciarcisi andare. Darsi tempo, stare seduti in una casa da tè a osservare la gente che passa, mettersi in un angolo del mercato, andare a farsi i capelli e poi seguire il bandolo di una matassa che può cominciare con una parola, con un incontro, con l’amico di un amico di una persona che si è appena incontrata e il posto più scialbo, più insignificante della terra diventa uno specchio del mondo, una finestra sulla vita, un teatro di umanità dinanzi al quale ci si potrebbe fermare senza più bisogno di andare altrove. La miniera è esattamente là dove si è: basta scavare

Negli ultimi 5 anni la colonna sonora dei nostri viaggi la decide mia figlia…e qui potrei suggerirti “Jambo bwana”

Rubrica “In viaggio verso IT.A.CÀ”
Angela Pizzi

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