Un modo poliedrico di considerare la fotografia | Intervista a Ivano Adversi e Cristina Berselli

Cari amici viaggiatori e amiche viaggiatrici oggi per la rubrica “In viaggio verso IT.A.CÀ siamo in compagnia del fotografo professionista Ivano Adversi, che ci racconta il suo personale lavoro per immortalare natura e cultura, e Cristina Berselli presidentessa dell’associazione TerzoTropico, prezioso partner della tappa bolognese del festival, la cui attività di promozione della fotografia come mezzo espressivo culmina con l’apertura dello spazio QR PhotoGallery in Via Sant’Isaia, 90 a Bologna.

Il fotografo Ivano Adversi

Ivano, ti  occupi di fotografia dal 1979, con l’occhio del naturalista e dell’antropologo. Cosa cerchi per i tuoi scatti, quando ti rechi in ambienti fisicamente o culturalmente diversi dal nostro? Come esprimi tutto ciò, ai fini divulgativi, nei volumi da te pubblicati e nelle riviste con le quali hai collaborato?

Per me viaggiare, nel senso più ampio del termine, ha sempre voluto dire ricercare soprattutto il contatto con culture, usanze, tradizioni, ambienti diversi dai nostri.

Ciò indipendentemente dalla fotografia. L’immagine è sempre stata un mezzo per trasmettere ad altri le mie esperienze, cercando di coinvolgerli e di farli partecipi delle emozioni e delle impressioni che quegli incontri avevano suscitato in me. In questo senso sono nate le prime mostre e i primi libri editati negli anni ’90, come Destini Incerti, su alcuni animali simbolo dell’estinzione di molte specie, o come Il respiro del fiume, un’esplorazione lungo alcuni grandi fiumi del mondo, per far capire l’importanza dell’acqua per le popolazioni e per combatterne lo spreco.

I due volumi furono realizzati in collaborazione con il Centro Antartide di Bologna, un centro studi e di comunicazione sui temi ambientali, che allora si occupava anche di problemi legati all’ambiente in campo internazionale. Ora mi dedico anche ad altri aspetti della fotografia, come la fotografia industriale, ma non ho mai abbandonato l’amore e la dedizione per la fotografia naturalistica e di reportage sociale

Cristina, l’associazione TerzoTropico mette in collaborazione fotografi professionisti ed operatori culturali: ci puoi raccontare come agisce e di cosa si occupa?

TerzoTropico, come hai detto, è un’associazione che si occupa principalmente di fotografia. Nata più di vent’anni fa, da sempre ha impegnato i suoi soci su due aspetti: la realizzazione di progetti su vari temi e la presentazione di lavori di altri fotografi, con lo scopo di far conoscere non solo il nostro lavoro, ma anche quello di  altri fotografi che operano nei settori a cui più spesso ci dedichiamo: quello naturalistico e quello della fotografia di reportage sociale.

Infatti abbiamo già presentato tantissimi autori, italiani e stranieri, e  organizzato innumerevoli mostre, sia a Bologna che in altre città. La nostra collaborazione si è estesa anche alle istituzioni, presso le quali abbiamo trovato, anche se, ultimamente, con sempre maggior difficoltà, una buona accoglienza in tutti questi anni.

Foto di Pino Ninfa

Ivano, tu,  sei esperto nel campo della multivisione e delle applicazioni multimediali. Di che cosa si tratta e come lo applichi alla tua fotografia?

La multivisione è fotografia, cambia solo il modo di leggerla. Nata circa negli anni ’80, è sempre stata un settore delle arti visive, se così si possono chiamare, molto di nicchia. Per darne una definizione semplicistica, direi che potrebbe essere assimilata al cinema in quanto mescola idea, immagini, musica e parole, ma con una cadenza e con strumenti decisamente diversi. In quegli anni si utilizzavano proiettori di diapositive professionali (tipo Kodak Carousel, per intenderci), e gli strumenti per pilotarli e realizzare spettacoli a molti proiettori (6, 12 o più) erano abbastanza rudimentali e non semplici da usare. L’avvento del computer ci ha facilitato le cose, permettendoci di dedicare maggiore attenzione alla parte creativa. A questo proposito vorrei rammentare con orgoglio una multivisione da noi realizzata nell’ambito di Bologna 2000 nella chiesa di San Mattia, dove utilizzammo ben 45 proiettori, con le immagini proiettate  sulle pareti e sul soffitto della chiesa, lavoro complesso che ora, con il digitale, sarebbe ben più facile da realizzare.

Ivano, dall’8 Maggio 2015 è aperto lo spazio QR PhotoGallery, presso il Quadriportico del complesso monumentale Roncati, in via S.Isaia 90, a Bologna. L’azione di TerzoTropico e la tua esperienza di fotografia e multivisione si uniscono in questo nuovo spazio: qual è la sua funzione?

Da sempre ci siamo occupati della realizzazione di mostre fotografiche. Ciò che ci ha sempre messo in difficoltà, oltre ai cronici problemi economici comuni a molte associazioni, sono stati gli spazi. Le sale non abbondano e quelle poche disponibili sono contese da molti soggetti.

Alcuni anni fa abbiamo iniziato la collaborazione con l’Azianda USL di Bologna, in occasione del festival “Voci dal Deserto”, del quale la nostra associazione curava la parte fotografica, visto il successo dell’iniziativa nello spazio  messoci a disposizione dell’ex Ospedale Roncati, in via Sant’Isaia 90, proponemmo alla Azienda USL di Bologna una collaborazione più continuativa, è stata quindi firmata una convenzione, tengo a precisare a costo zero i per l’Azienda, per l’utilizzo di questo meraviglioso spazio espositivo, con l’intenzione di promuovere la fotografia a Bologna, presentando autori di respiro internazionale e collaborando anche con altre realtà. I curatori delle mostre sono due soci di TerzoTropico: Cristina Berselli e Alessandro Zanini.

Ivano, per la IX Edizione di “IT.A.CÀ Migranti e Viaggiatori – Festival del Turismo Responsabile” ti occuperai di un progetto che riguarda la fotografia e Bologna: ce ne puoi dare un assaggio?

Lascerei per questo la parola a Cristina Berselli, presidente di TerzoTropico e curatrice, assieme ad Alessandro Zanini, delle mostre di QR Photogallery.

Cristina Berselli – presidentessa Ass. TerzoTropico

Anni fa Ivano aveva già collaborato come fotografo con il festival, IT.A.CÀ, condividendone gli intenti e confrontandosi con competenti organizzatori. Quando il festival ci ha contattati, quest’anno, siamo stati ben lieti di riprendere la collaborazione.

Abbiamo presentato un progetto di mostre con un taglio essenzialmente fotografico rientrando nello spirito della manifestazione e che, al tempo stesso, non si scostasse dalla linea di fotografia sociale che ci caratterizza.

Negli spazi della QRPhotogallery, saranno presentate tre mostre: Fulvio Bugani, di Bologna, premiato al World Press Photo 2015; Stefano Stranges fotografo di Torino, che ha pubblicato su grandi testate internazionali, e una giovane interessante autrice, Giulia Mangione. Inoltre presenteremo un libro molto “forte” di Massimo Branca.

Abbiamo voluto coinvolgere anche altri prestigiosi spazi di Bologna, come la Galleria Vitale, in Via Riva Reno 77 all’interno di Palazzo Gnudi dove esporrà Ivano Adversi. Dal punto di vista del viaggio responsabile, tema del festival, tutti questi lavori esprimono proprio un modo molto particolare di viaggiare, con un occhio attento alle problematiche dei luoghi visitati e che, a volte, sono lo scopo principale del viaggio stesso. Oltre alle bellissime mostre che potrete vedere durante IT.A.CÀ Bologna 2017, a ottobre l’associazione  riunirà le foto di quindici fotografi bolognesi che hanno fotografato gli chef più conosciuti della città, mentre per Dicembre è previsto un ampio reportage sui Workers Buy Out, le cooperative nate dai lavoratori di fabbriche che stavano per chiudere e che invece hanno ripreso la produzione. 

Per chi ama la fotografia d’inchiesta e di viaggio consigliamo una visita al loro sito. 

Rubrica “In viaggio verso IT.A.CÀ”
Arianna Piazzi

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