(Di)Stanze – il progetto fotografico | Intervista a Max Cavallari

Cari amici e amiche viaggiatrici, oggi per la nostra rubrica “In viaggio verso IT.A.CA” siamo in compagnia del fotografo Max Cavallari, che ci racconta il suo ultimo progetto fotografico (Di)10365416_10209185509301686_8952623005762700860_oStanze, il quale mira a raccontare le tematiche degli italiani all’estero.

> Parlaci del tuo progetto fotografico. Di chi vuoi parlare all’interno del tuo progetto e a chi lo si vuole rivolgere? 

Il progetto nasce da una mia necessità personale, ovvero quella di raccontare un fenomeno che sta riguardando la mia generazione e quelle a me vicine. Quando, tempo fa, dopo l’università, molti miei amici decisero di partire per iniziare un’attività lavorativa all’estero io decisi di rimanere e iniziare una carriera già complessa di suo (il fotografo) in un paese colpito pesantemente dalla crisi economica.

Per realizzarlo, dopo un inverno di pre-produzione, contattando varie realtà di italiani all’estero e facendomi dare i loro contatti, ho lanciato una campagna di crowdfunding per finanziarmi il viaggio che mi avrebbe portato in tutte le regioni d’Italia, raccogliendo le storie e i racconti delle persone emigrate e dei loro familiari rimasti in Italia.

Infatti è dalla fine della seconda guerra che non si registrava un espatrio così ingente. A quei tempi la fame e l’estrema miseria di un paese in ginocchio ha costretto migliaia di persone a cercare fortuna anche oltrepassando l’oceano (quando, tempo fa, sui barconi ci eravamo noi…). Oggi invece i motivi sono differenti. C’è chi parte per farsi un’esperienza, chi perché trova possibilità migliori al di fuori dei confini Italiani, chi invece ha provato a rimanere qui in Italia e non ce l’ha fatta e sta tentando la fortuna all’estero. Diverse realtà, diversi ceti sociali, diverse motivazioni, questo vuole raccontare (Di)Stanze, il fenomeno degli italiani emigrati in questi ultimi anni. Raccontando le loro storie così come sono. Creando, attraverso questi ritratti, racconto di chi ha deciso di abbandonare tutto quello che aveva (o non aveva) qui, per cercarlo altrove.

Laura e Valter Modena Elena Düsseldorf, Germania Dopo aver tentato per diversi anni la sua carriera di Architetto in vari studi nella provincia di Modena, Elena ha deciso di partire insieme al fidanzato Stefano verso la Germania, prima a Berlino poi a Düsseldorf. Ora si sentono più gratificati, nonostaante le difficoltà date dalla concorrenza, la meritocrazia sembra essere un valore maggiormente presente nell'ambiente professionale. © Max Cavallari, All rights reserved. Le immagini contenenti questa didascalia sono riservate al solo utilizzo della pubblicazione online dell'intervista di IT.A.CA. di marzo 2017 Non è consentito nessun ulteriore utilizzo. Qualsiasi uso improprio di queste o qualsiasi altra immagine del progetto (Di)Stanze che non sia stato concesso direttamente dall'autore sarà punibile secondo la legge 22 di tutela del copyright n.633

Laura e Valter di Modena | Elena vive a Düsseldorf, Germania
Dopo aver tentato per diversi anni la sua carriera di Architetto in vari studi nella provincia di Modena, Elena ha deciso di partire insieme al fidanzato Stefano verso la Germania, prima a Berlino poi a Düsseldorf. Ora si sentono più gratificati, nonostaante le difficoltà date dalla concorrenza, la meritocrazia sembra essere un valore maggiormente presente nell’ambiente professionale.
© Max Cavallari, All rights reserved.

Tecnologia e Famiglia fanno da cornice estetica al progetto. Nei ritratti sono riuniti i familiari più rimasti in Italia e attraverso gli stessi strumenti tecnologici che usano per comunicare con il parente all’estero si crea la condizione per una forma di Ritratto di Famiglia 2.0.

> Dato che IT.A.CÀ è un festival che parla di turismo e di viaggi, raccontaci il viaggio che hai intrapreso per realizzare il tuo progetto. 

Dopo la campagna di Crowdfunding che mi ha permesso di raccogliere una donazione di 1735 € sono partito con la mia macchina a GPL per percorrere l’Italia da Nord a Sud e ritorno, partendo da Aosta, percorrendo la costa Tirrenica e tornando indietro facendo il giro di Boa in Sicilia per risalire da quella Adriatica. 30 giorni per raccogliere storie, volti e testimonianze da tutta la penisola.

É difficile raccontare in poche righe l’esperienza che ho avuto in quei giorni, è sempre stato un mio sogno potermi fare un viaggio girando tutta l’Italia in una volta sola, riuscire a percepire le differenze culturali a distanza di pochi chilometri l’una dall’altra. Ogni giorno era come essere in un mondo nuovo. Viviamo in una nazione che è in grado di offrirti panorami, culture e tradizioni completamente diversi facendo veramente pochi chilometri. É proprio vero quando si dice che siamo proprio noi i primi a non apprezzare le diversità del nostro paese, andiamo a cercare il bello fuori, perché non riusciamo a focalizzare quanto di bello ci sia a due passi da noi.

Ho cercato di affrontare il viaggio con la filosofia più sostenibile possibile: la sera, prima di partire per una nuova meta, caricavo il tragitto su BlablaCar, anche se devo dire che nel sud Italia non è ancora molto utilizzato per tratte brevi, per mangiare cercavo sempre di scovare piccoli alimentari con prodotti tipici della zona e per dormire ho provato di tutto, sono stato ospite da chi ho fotografato, ho usato Couchsurfing, Air Bnb e ovviamente la mia immancabile tenda che porto sempre nel bagagliaio.

Monica e Riccardo Soncino (CR) Gaia Sydney, Australia Fabrizio Shangai, Cina Gaia lavora in un bar e Fabrizio è capo alle risorse umane di una grande azienda cinese che tratta rapporti commerciali con l’Italia © Max Cavallari, All rights reserved. Le immagini contenenti questa didascalia sono riservate al solo utilizzo della pubblicazione online dell'intervista di IT.A.CA. di marzo 2017 Non è consentito nessun ulteriore utilizzo. Qualsiasi uso improprio di queste o qualsiasi altra immagine del progetto (Di)Stanze che non sia stato concesso direttamente dall'autore sarà punibile secondo la legge 22 di tutela del copyright n.633

Monica e Riccardo di Soncino (CR) | Gaia vive Sydney, Australia & Fabrizio vive  e Shangai, Cina. Gaia lavora in un bar e Fabrizio è capo alle risorse umane di una grande azienda cinese che tratta rapporti commerciali con l’Italia
© Max Cavallari, All rights reserved.

> Quale messaggio vuoi trasmettere a chi guarda le tue foto? 

Vorrei che questo progetto venisse utilizzato per raccontare un fenomeno che passa spesso sotto i riflettori dell’informazione ma viene anche dimenticato con la stessa velocità. Il fenomeno degli Expat è una realtà che segnerà sicuramente il futuro della nazione. Ad oggi i dati dicono che sono più gli emigrati che lasciano il paese piuttosto che gli immigrati che arrivano e indipendentemente dalle ideologie politiche che ognuno di noi può avere sul tema, è sicuramente un fattore che fa pensare. Vorrei che queste immagini sensibilizzassero sul tema e che il fenomeno degli Italiani all’estero sia trattato seriamente. Molte persone che decidono di partire e lasciare tutto quello che hanno costruito qui, spesso lo fanno perché costretti a lasciare una condizione sociale non adatta a loro. Inoltre, non meno importante, vorrei parlare della migrazione in generale. La separazione dalla propria terra, dalle proprie origini, dalla propria cultura è uno strappo difficile da ricucire, soprattutto quando riguarda la famiglia. 

Parlando DEGLI italiani AGLI italiani vorrei che questi si fermassero un attimo a pensare quanto può essere complesso mollare tutto e ricominciare da capo. E come farlo capire meglio se non facendogli vedere questa condizione dalla parte dell’Italia? Ecco,il mio desiderio sarebbe che automaticamente il pensiero vada anche a quello che adesso sta succedendo nel Mediterraneo e che i due fenomeni vengano messi a confronto. In Italia comunque si sta scappando, nel peggiore dei casi, da una condizione sociale non favorevole, in altri continenti, da guerre e carestie.

Cosa fa di noi delle persone con più diritti di muoverci di altre? E così come soffriamo noi per separarci dalla nostra famiglia, come staranno quei ragazzi di 14-15 anni che in tenera età rischiano la vita per sopravvivere?

Vittoria Napoli Roberta Barcellona, Spagna Dopo anni a fare qualsiasi tipo di lavoro, la madre di Roberta le ha finanziato la permanenza a Barcellona per qualche mese per migliorare la propria situazione e seguire i suoi sogni, adesso è in cerca di lavoro. © Max Cavallari, All rights reserved. Le immagini contenenti questa didascalia sono riservate al solo utilizzo della pubblicazione online dell'intervista di IT.A.CA. di marzo 2017 Non è consentito nessun ulteriore utilizzo. Qualsiasi uso improprio di queste o qualsiasi altra immagine del progetto (Di)Stanze che non sia stato concesso direttamente dall'autore sarà punibile secondo la legge 22 di tutela del copyright n.633

Vittoria di Napoli | Roberta vive a Barcellona, Spagna
Dopo anni a fare qualsiasi tipo di lavoro, la madre di Roberta le ha finanziato la permanenza a Barcellona per qualche mese per migliorare la propria situazione e seguire i suoi sogni, adesso è in cerca di lavoro.
© Max Cavallari, All rights reserved.

> L’expat italiano è ovviamente un migrante. Te lo definiresti anche un viaggiatore? Dicci un aspetto comune e uno diverso a migrante e viaggiatore. 

Dipende che cosa si vuole intendere per Migrante al giorno d’oggi. Diciamo che attraverso la mia ricerca posso dire di aver conosciuto diverse realtà. Italiani Migranti che lasciano il proprio paese per non farne più ritorno e Italiani Viaggiatori che consapevolmente decidono di partire ma con la sicurezza di tornare. La mia categoria preferita è quella che sta nel mezzo, i Migranti/Viaggiatori, coloro che partono, continuando a mantenere un occhio e un pensiero al luogo che hanno lasciato.

> É stata una scelta voluta quella di fotografare anche di italiani di seconda generazione immigrati all’estero? Se sì, perché? 

Certamente! L’idea di includere anche italiani di seconda generazione nel progetto è stata sicuramente la parte più interessante. Famiglie di ex migranti, venute in Italia tra gli anni 80 e 90, ora Italiani a tutti gli effetti, si trovano loro stessi nella condizione di dover di nuovo lasciare quello che è diventato il loro paese per cercare di nuovo una condizione sociale migliore. Forse è proprio in questa categoria che troviamo l’estrema sintesi del Migrante/Viaggiatore… non credete?

E con questa interessante domanda piena di spunti posta da Max ringraziamo lo ringraziamo e ci ridiamo appuntamento a Bologna a maggio per la sua mostra all’interno della 9° edizione di IT.A.CÀ e vi auguriamo, come sempre, buon viaggio 🙂

Rubrica “In viaggio verso IT.A.CÁ”
Silvia Lazzari
A.I.T.R Associazione Italiana Turismo Responsabile

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