BIKE TO ART – In bici per conoscere i muri della propria città

Il Writing e la Street Art in questi ultimi 30 anni hanno ridisegnato la mappa delle città di tutto il mondo, lavorando sulle superfici verticali in contrasto con lo sprawl orizzontale della speculazione edilizia.

Fuori dal mercato dell’arte, artisti anonimi che agiscono spesso illegalmente hanno usato lo spazio pubblico come luogo di esibizione della propria pura identità artistica (il nome, nel Writing) o rappresentazioni figurativa spesso dalla valenza politica e sociale (Street Art). Così gli artisti si sono conquistati spazi anonimi e hanno popolato con il loro stile i muri delle periferie, dei ponti, dei treni, dei non-luoghi relegati fuori dalle mura storiche dei centri urbani.

Per troppi anni abbiamo dimenticato tutto ciò che accadeva fuori dal centro storico, ma queste aree tornano nuovamente a vivere grazie a una nuova concezione delle città, che lentamente sta prendendo piede: non più spazio funzionale, ma di relazioni sociali e cultura.

La mobilità fa la parte del leone in questo cambiamento, e sempre più le vie intasate dal traffico hanno smesso di rappresentare il fermento degli spazi urbani e viste sempre più come sintomo di degrado sociale e urbano e inefficienza. Il 4 maggio a Milano è nata la Rete Mobilità Nuova: cittadini che vorrebbero spostare le persone in modo nuovo, in bici nelle città, in treno e con i mezzi pubblici tra una città e l’altra. Dalla sella lo spazio urbano acquisisce valore, posso vederlo, respirarlo, conoscerlo. In bicicletta si può andare a scuola o al lavoro, a trovare gli amici o a fare la spesa, e può essere anche un mezzo di esplorazione della città e dell’arte che vive nelle architetture e sui suoi muri. Se il museo non è chiuso tra 4 mura, ma è nelle strade, niente di meglio che condurre in bici una visita turistica.

A Berlino, Copenaghen e Amsterdam la bicicletta è il mezzo preferito da cittadini e turisti che si riversano per visitare soprattutto la città e si fermano nei suoi quartieri famosi anche per le opere anonime di arte murale: Mitte, Nørrebro, Amsterdam-Noord. Graffiti e biciclette parlano il linguaggio della strada.

Bologna, dopo essere stata una delle scene fondamentali allo sviluppo del Writing in Italia, sta ricominciando ad affacciarsi alla scena internazionale.

Nel 2012 si realizza il progetto «Frontier – la linea dello stile», curato da Claudio Musso e Fabiola Naldi, promosso dal Comune di Bologna su 13 grandi muri di edilizia popolare e palazzi pubblici. Lo spazio di tutti che diventa opera d’arte. Il progetto ha richiamato sui muri della città di Bologna alcuni tra gli artisti stranieri più significativi di questi anni, Phase II, Does, Daim, Honet, M-City, e otto artisti italiani di spessore internazionale: Andreco, Dado, Cuoghi Corsello, Eron, Etnik, Joys, Hitnes e Rusty.

Il progetto, spiegano i curatori, «si collega idealmente e storicamente alla mostra “Arte di Frontiera. New York Graffiti”, organizzata nel 1984 alla Galleria d’Arte Moderna di Bologna, alla quale parteciparono gli esponenti principali del graffitismo newyorkese, tra i quali artisti noti anche al grande pubblico come Jean-Michel Basquiat, Keith Haring, Kenny Scharf, Toxic, Daze e Futura2000». Le opere, oltre all’attenzione di tutta la città e della critica specializzata, si sono guadagnate una targa a lato dei muri, come un vero museo a cielo aperto.

Sono state amate e accompagnate dai cittadini che stanziavano presso i cantieri nei giorni della loro realizzazione e visitate da passanti e gruppi organizzati. «Sono stati organizzati affascinanti tour con City Red Bus, lunghe maratone di Trekking urbano, questa è la prima volta in bicicletta, decisamente il mezzo ideale», continua il curatore di Frontier.

Quale migliore occasione che il Festival Transeuropa Festival, un evento artistico, culturale e politico che ha luogo contemporaneamente in tredici paesi europei?

Così il gruppo Salvaiciclisti ha pensato di organizzare un percorso guidato, con la collaborazione di Claudio Musso, per ripercorrere tutta la mappa delle opere in bicicletta. Domenica 20 Ottobre 2013: 40 persone si sono ritrovate sotto il pezzo di Phase II, nei pressi del Quartiere San Donato, per fare insieme i 12 chilometri che collegano le 13 opere. Bambini e ragazzi, scampanellando sotto il cielo plumbeo di una domenica autunnale, sono partiti per conoscere la propria città. I risultati sono stati sorprendenti.

Blog IT.A.CÀ
Simona Larghetti
(Salvaciclisti – Bologna)

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