In viaggio verso IT.A.CÀ con Walden Viaggi a piedi

Buon inizio settimana a tutti voi, cari amici di IT.A.CÀ.

Oggi abbiamo intervistato, per la nostra consueta rubrica settimanale, Walden viaggi a piedi,  una cooperativa, composta da persone che da molti anni operano nel turismo sostenibile, organizzando viaggi a piedi in Italia e nel Mediterraneo, ma non solo, proponendo un camminare lento, in piccoli gruppi, alla scoperta dei territori, della Natura e della storia, dei popoli e delle loro tradizioni.

Walden nasce da una forte intesa con la cooperativa sociale Viaggi Solidali di Torino, tour operator specializzato nel turismo responsabile curando l’organizzazione tecnica dei loro viaggi e affiancandoli nella realizzazione dei progetti. Entrambe le cooperative sono socie di AITR (Associazione Italiana Turismo Responsabile) della quale condividono principi e finalità.

Nel sito di Walden viaggi a piedi, potrete trovare la presentazione di tutte le guide che vi accompagneranno durante il cammino, una legenda relativa alle difficoltà di ogni viaggio, classificandoli tenendo conto delle ore di cammino, dei dislivelli complessivi in salita e discesa, della difficoltà dei sentieri, del peso dello zaino, del confort delle notti. Inoltre per ogni viaggio viene indicato sia la tipologia dello stesso (storico/culturale, enogastronomico, avventuroso…) e sia il tipo di struttura in cui si pernotta durante il cammino.

Molto interessante ed in sintonia con il nostro festival It.a.cà, è il viaggio che è stato organizzato dal 24 al 31 maggio in Grecia: “Il nostro viaggio a piedi, lento e insinuante, dunque batterà palmo a palmo l’Itaca vera a cercare l’opera inesorabile di chi rimane e la vive da secoli. Attenzione particolare porremo a capire come i suoi abitanti affrontino la Crisi in un’isola quasi del tutto fuori dai canali del turismo di massa”. Itaca di Penelope.

Walden viaggi a piedi ha inoltre ricevuto un importantissimo premio:

Premio Green Travel Awards 2013, Assegnato dal Gruppo Italiano stampa Turistica per le eccellenze del turismo sostenibile e responsabile nella categoria Tour Operator/Organizzatori di Viaggi

 

 Secondo te c’è differenza tra turista e viaggiatore? In che consiste?

Questa è una domanda “classica” direi che il mio modo di viaggiare ha sempre privilegiato la scoperta, dei popoli, dei territori, la curiosità è sempre stata il motore principale. Per me è questa la differenza, il turista va in vacanza per divertirsi, stare bene, fare delle cose, vedere dei luoghi, spesso però non è davvero disponibile a “incontrare” quei luoghi, perchè magari per farlo dovrebbe abbandonare il guscio protettivo delle proprie abitudini. Inoltre il turista ama i viaggi organizzati in tutti gli aspetti, detesta le sorprese e i cambi di programma. Il viaggiatore invece adora tutte queste cose e vede ogni imprevisto come un’opportunità, una “sliding doors” che gli permette di vivere un’esperienza più ricca.

Cosa significa, per te, viaggiare responsabile?

La parola responsabilità coniugata nel turismo per me vuole soprattutto dire consapevolezza di quello che si sta facendo. Sapere che viaggiare ha degli impatti ambientali non trascurabili, pensiamo ai voli aerei, che il nostro incontro con una popolazione ha degli inevitabili e potenti impatti sociali e culturali. Che il nostro agire ha degli effetti economici nei paesi in cui viaggiamo e “come” il viaggio è organizzato e le scelte che facciamo durante il viaggio, possono sostenere le comunità locali oppure qualche grassa multinazionale del turismo.

Come può il turismo responsabile contribuire allo sviluppo economico e sociale di un territorio?

Il turismo responsabile è un potente strumento di sviluppo locale dal punto di vista economico. Il meccanismo che funziona è il coinvolgimento di attori locali, servizi e strutture ai quali ci rivolgiamo devono essere della gente del posto. Sullo sviluppo sociali ho molti dubbi, mi viene in mente il Marco Aime de “L’incontro mancato”. Noi occidentali pensiamo sempre di portare “la buona novella” che il nostro esempio di società sia più “evoluto”, “migliore” di quello dei paesi del Sud del mondo, non a caso ancora chiamati da molti “del terzo mondo”. Io più viaggio più mi vengono dei dubbi, credo che un atteggiamento più prudente sia quello dell’ascolto e dell’attenzione, del rispetto per ogni forma sociale e culturale, anche se molto diversa dalla nostra. Così forse possiamo conoscerci a vicenda e costruire dei ponti, più che sviluppare, che è una parola che presuppone che ci sia un’arretratezza da superare per arrivare ad “uno stadio superiore”.

Come dovrebbe essere utilizzata la creatività per promuovere il turismo responsabile in piccole comunità, città o grandi metropoli?

La creatività è senz’altro un’arma molto utile, il turismo responsabile muove piccoli numeri di persone, piccoli gruppi e coinvolge piccole comunità. Spesso non ha grandi risorse economiche, quindi la flessibilità, la capacità d’inventarsi forme d’incontro, l’utilizzo dell’arte, la musica, il ballo, sono tutte modalità creative per sviluppare nuove relazioni.

Daresti un consiglio ai viaggiatori che ci stanno leggendo su come prepararsi al meglio per affrontare il viaggio?

Provate a viaggiare senza pregiudizi, a volte anche preparare molto bene un viaggio è un modo per rafforzarli, leggere molte guide, informarsi. Io credo che il viaggiatore responsabile che vuole fare un’esperienza significativa può affidarsi ad un Tour Operator responsabile, oppure viaggiare in autonomia. In entrambi i casi partite leggeri, sia nel bagaglio che nei pensieri e guardate i paesi che visiterete come lo farebbe un bambino, con lo sguardo pulito e pieno di curiosità, senza giudicare e senza confrontare la loro vita con la nostra.

La canzone che accompagna il nostro viaggio è “Ultimo Amore” di Vinicio Capossela:

La foto è stata scattata a Pico Azzorre (Portogallo) nel luglio 2012

 

Rubrica “In viaggio verso IT.A.CÀ”
Angela Pizzi

1 commento
  1. Silvia davini
    Silvia davini dice:

    Ho fatto di recente un viaggio con Walden e non ho trovato niente di quanto questi signori sostengono di praticare. La cosa più grave e che arrivati a destinazione abbiamo scoperto che il bivacco previsto nel programma era in una riserva naturale in cui era vietato con tanto di cartelli. Vi sembra turismo responsabile violare le regole poste a tutela dell’ambiente ?

    Rispondi

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